Confindustria Moda, nel 2020 stimata una perdita di 29 miliardi

La Federazione Italiana di Tessile, Moda e Accessorio ha reso noti i dati della “Terza Indagine relativa all’impatto del Covid-19 sulle imprese del settore”, curata dal centro studi, in cui si evidenzia che la contrazione del fatturato complessivo annuo prevista sfiora il 30% al netto di un nuovo lockdown

In miglioramento rispetto ai primi due trimestri del 2020, ma peggio di quel che ha fatto l’economia nazionale in genere. È la fotografia del comparto tessile, moda e accessorio scattata dalla terza release dell’indagine congiunturale condotta ogni trimestre da Confindustria Moda che, come nelle precedenti due edizioni, è stata realizzata con il coinvolgimento delle associazioni aderenti, tra cui Anfao, invitate a trasmettere alle proprie aziende il questionario online approntato dal centro studi. La raccolta delle risposte è avvenuta tra il 7 e il 19 ottobre, per un totale di oltre trecento questionari compilati: l’indagine si è focalizzata sull’evoluzione congiunturale che ha interessato le aziende del settore nel periodo luglio‐settembre, testando inoltre le tendenze attese sulla chiusura dell’anno. Emerge che nel terzo trimestre del 2020 le imprese del comparto registrano un calo del fatturato in media del -27,5% rispetto al 2019: un dato che «è in netta decelerazione rispetto al -36,2% del primo trimestre e al -39% del secondo - spiega una nota di Confindustria Moda - Secondo le stime aggiornate, dunque, la contrazione del fatturato complessivo per il 2020 si attesta a -29,7%, contro il -32,5% previsto a luglio, per una perdita totale stimata in 29 miliardi di euro. Allo stesso modo, la raccolta ordini del terzo trimestre segna un -24,7%, contro il -37,3% registrato nell’arco di tempo aprile-giugno. Circa l’86% delle aziende del panel prevede perdite nel fatturato annuo superiori al 10%». Il 29% delle stesse vedrà un calo dei ricavi compreso tra il -35% e il -50% e un ulteriore 15% del campione arretrerà di oltre il -50%.

Per quanto riguarda i mercati esteri, specifica la nota, alla data della rilevazione «per il 62% delle aziende italiane nessun mercato risulta ripartito e solo un imprenditore su tre segnala un certo dinamismo da parte di alcuni paesi strategici, Germania su tutti, quindi Francia e Cina». Nei primi sette mesi dell’anno, infatti, l’andamento dell’export dei settori rappresentati da Confindustria Moda ha ceduto il -26,4%, contro il -14% del manifatturiero nel suo complesso.

«È sempre più grave la crisi del Tessile, Moda e Accessorio, oramai impotente di fronte a questa seconda ondata pandemica - commenta nel comunicato Cirillo Marcolin (nella foto), presidente di Confindustria Moda - Le aziende che compongono le nostre filiere sono generalmente piccole e medie imprese ed è quindi naturale che vengano più colpite rispetto alla media. Anche l’andamento del fatturato nel terzo trimestre conferma una debolezza più marcata rispetto ad altri settori, dovuta da una parte alla diminuzione del mercato domestico e, dall’altra, alle grandi difficoltà nell’export, attività che storicamente ha aiutato tutto il made in Italy. Ne è prova il massiccio utilizzo della cassa integrazione che per 1 azienda su 2 riguarda oltre il 60% dei dipendenti».

(red.)

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