È quanto emerso dall’incontro, che si è tenuto mercoledì scorso a Padova, nella sede di Assindustria, precedentemente in programma al Mise. È intervenuta anche la Regione Veneto, annunciando un’azione specifica di supporto al ricollocamento professionale del personale coinvolto nella vertenza
Entro il 30 giugno Safilo chiuderà definitivamente l’impianto di Martignacco (nella foto), in provincia di Udine. Sono 250 i lavoratori coinvolti per i quali l’azienda ha proposto la Cassa integrazione straordinaria.
Nel corso dell’incontro, cui hanno preso parte azienda, associazioni di categoria e sigle sindacali territoriali di Veneto e Friuli Venezia Giulia, per lo stabilimento di Longarone, dove sono in programma 400 esuberi, è stato inoltre previsto l’utilizzo di ammortizzatori sociali, presumibilmente contratti di solidarietà, da attivare mediante contratto collettivo aziendale. A fronte di quanto stabilito, le parti daranno vita un confronto a livello territoriale in tutti i siti coinvolti nel piano di ristrutturazione avviato dalla Safilo che dovrà concludersi entro il 14 febbraio, per poi tornare al tavolo del Mise.
Sulla questione è intervenuta anche Elena Donazzan, assessore al Lavoro e alla Formazione della Regione Veneto, presente all’incontro in Assindustria, che in un comunicato ha preannunciato un’azione specifica di outplacement da attuarsi immediatamente in relazione alle conseguenze della vertenza Safilo. «Non disperderemo il capitale umano formato negli anni in un’azienda leader di mercato - conferma nella nota Donazzan - Siamo pronti a intervenire per accompagnare eventuali esuberi».
(red.)