I mercati emergenti, che valgono il 20% del fatturato consolidato, e l’e-commerce, pari al 5%, sono stati tra i protagonisti del periodo gennaio-settembre 2019, chiuso con un incremento delle vendite per il gruppo del 7,7% e del 4,3% a cambi costanti rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, per un totale di oltre 13 miliardi di euro (nella tabella)
«Il miglioramento continuo della performance del gruppo conferma la qualità delle nostre strategie di crescita e degli investimenti in innovazione di prodotto e digitalizzazione, mercati emergenti e talenti - commentano in una nota Francesco Milleri e Laurent Vacherot - Questa accelerazione dimostra ancora una volta la nostra capacità di dare esecuzione ai piani aziendali e di generare sinergie di fatturato e di costo. Su queste basi continueremo a impegnarci per sostenere lo sviluppo dell’intero settore e per contribuire a debellare la cattiva visione in tutto il mondo».
I mercati emergenti «hanno sostenuto la crescita della società, con un aumento delle vendite di circa il 10% a cambi costanti», precisa il comunicato. Anche l’e-commerce diretto ha contribuito «in modo significativo al risultato di periodo, con un aumento delle vendite di circa il 15% a tassi di cambio costanti, trainato da una crescita a doppia cifra di RayBan.com, Oakley.com e SunglassHut.com e dall’offerta di occhiali da vista di Essilor», vi si legge.
La nota ricorda, inoltre, che durante i primi nove mesi dell'anno EssilorLuxottica «ha messo in atto un processo strutturato per favorire l'integrazione e realizzare le sinergie: l'impatto netto sull'utile operativo adjusted di tali sinergie è atteso in un intervallo compreso tra 300 e 350 milioni di euro nel periodo 2019-2021, tra 420 e 600 milioni di euro entro il 2022-2023».
A breve termine, infine, il gruppo conferma i propri obiettivi finanziari: per il 2019, comprese le sinergie e a cambi costanti, la crescita del fatturato è prevista al +3,5-5%, quella dell'utile operativo adjusted tra 0,8 e 1,2 rispetto alla crescita delle vendite e quella dell'utile netto adjusted tra 1 e 1,5 rispetto alla crescita delle vendite.
(red.)