In pausa pranzo, un webinar tutti insieme

Sono sempre di più i professionisti del settore che si appassionano a questo strumento e svolgono parte della loro formazione partecipando online a interventi tecnici o manageriali. Tutto utile, ma occorrono alcune avvertenze per l’uso

Prima che la figura dell’ottico fosse cacciata dal “paradiso” degli Ecm si cominciava già a parlare di formazione a distanza (Fad) e a definirla come il logico integratore di quella stanziale. In entrambi i casi l’obiettivo non era solo aggiornarsi ma anche ricevere i fatidici crediti Ecm. I numeri di coloro che partecipavano a questa “corrida” obbligatoria erano di molto inferiori alla metà degli aventi dovere e diritto. In sostanza in questo settore quando si parla di aggiornamento si deve fare i conti con un gruppetto ristretto, non con l’universo. Un “parnaso” di intellettuali e volenterosi che non smettono di imparare a dispetto dell’ottica imperante dei numeri e dei prezzi fatti ancora su un pezzo di carta. Il webinar è lo strumento di una possibile rinascita dei valori dell’aggiornamento sui grandi numeri. Per alcuni motivi. In primis la sua economia. Nessun costo di spostamento, tempi ridotti, utilizzo di strumenti semplici presenti nella maggior parte degli studi e dei negozi. In seconda battuta si affianca efficacemente ad altri sistemi di somministrazione delle informazioni e delle condivisioni: si può integrare all’aula classica, alla carta vera o digitale, ma lavora bene anche con strumenti social di aggregazione virtuale dell’aula e, infine, con app in grado di condividere velocemente immagini e dati offrendo tra l’altro la possibilità di un commento personale.
Il progetto tailor made Up&Cross selling (vendere di più in valore e quantità) che sto realizzando in esclusiva per gli Hoya Center ne è un esempio emblematico. Le mie skill si sono integrate agli obiettivi aziendali ottenendo risultati, per ora quantitativi, di assoluto livello: nei due primi webinar oltre 150 collegamenti unici per ciascun evento, con un numero complessivo di partecipanti vicino ai 200. Di fatto un convegno. La forza dello strumento ha inoltre permesso di coinvolgere gli utenti con domande e sondaggi. L’approccio di “intrattenimento” ha portato il 90% degli iscritti fino alla fine dell’evento online. Ma tutto questo potrebbe incontrare un boomerang di ritorno se non si puntellasse l’interesse e il coinvolgimento dei temi del webinar con un focus group e dispense elettroniche a uso dei titolari e dei loro collaboratori.
È qui che si vince la nuova partita della formazione. In molti casi imprenditore e staff hanno seguito congiuntamente il webinar, pranzando magari tutti insieme con una pizza, condividendo temi che devono essere obbligatoriamente recepiti da tutti in negozio, nessuno escluso. Se parliamo di vendite di valore e di cross selling è illogico che il consulente d’azienda debba confrontarsi solo con l’imprenditore e non con chi sta realmente di fronte al cliente che deve comprare meglio e di più. La condivisione aziendale aumenta i valori del webinar, soprattutto quelli dell’economia e della velocità di apprendimento.
Certo, un webinar al mese non toglie la concorrenza di torno, ma abbiatene cura come un ottimo parmigiano su una pasta al dente con pomodoro fresco e basilico. A pranzo, allora, una bella pizza alla webinar tutti insieme. Il gruppo, e i risultati, si fanno anche così (nella foto, una fase del secondo webinar proposto da Hoya Italia: da destra, Di Lernia e Mario Veneroni, responsabile vendite Italia dell’azienda oftalmica).
Nicola Di Lernia

 

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