Si apre un nuovo capitolo per Sight for Kids, il programma dei Lions che punta a sensibilizzare, prevenire e intervenire tempestivamente sui problemi della vista nei bambini, con un approccio scientifico e multidisciplinare. «Il nostro service, che fa capo al Lions Club International, nasce nel 2017 come Sight for Kids: nel 2025 ha preso il via Occhio ai Bimbi, una denominazione di più facile comprensione per le famiglie italiane - ha spiegato l'oftalmologo Massimo Di Pietro, coordinatore nazionale dell’iniziativa, a un talk di b2eyes TG dedicato all’argomento, all’interno dell’ultimo Mido (nella foto) - È un’attività finalizzata a rilevare in tempo l’ambliopia, difetto visivo che nel nostro paese ha un’incidenza superiore rispetto alle altre nazioni europee, compresa tra il 2% e il 5%, quindi mediamente possiamo dire che un bambino su trenta ne è affetto. Come service abbiamo inoltre lo scopo di cercare di supplire alle carenze delle aziende sanitarie locali: ci sono regioni infatti nelle quali questo screening non viene effettuato e, se non diagnosticata in tempo, non è possibile risolvere l’ambliopia. Per questo offriamo un servizio di prevenzione presso le scuole dell’infanzia». In sette anni di attività sono stati circa centomila gli screening realizzati in tutta Italia, secondo i dati forniti dai promotori dell’iniziativa.
L’attività si svolge su due fronti. «Puntiamo all’informazione e alla diffusione della cultura che riguarda la tutela della salute infantile - ha detto l’oculista Giovanni Amerio, già alla guida di Sight for Kids Italia, intervenendo al talk - Circolano ancora false credenze tra le famiglie come quella di non sottoporre i bambini a una visita oculistica perché ritengono che il proprio figlio veda bene oppure aspettare che il piccolo impari a leggere per portarlo al primo controllo oftalmologico. Grazie alla collaborazione con il mondo accademico e specialistico, il progetto non si limita a individuare i problemi, ma promuove anche la cultura della prevenzione e dell’igiene visiva, sensibilizzando genitori e insegnanti sull’importanza di controlli regolari e di buone abitudini quotidiane per la salute degli occhi mediante la distribuzione di brochure e opuscoli, il cui numero nel periodo di Sight for Kids ha superato le 800 mila unità».
Gli screening si svolgono dunque presso le scuole dell’infanzia dai 3 ai 5 anni, con il supporto di medici oculisti, ortottisti assistenti in oftalmologia e ottici optometristi.
«Il successo di Occhio ai Bimbi dipenderà in larga misura dal contributo della comunità che ruota intorno al mondo della vista e della visione - ha ricordato Di Pietro - La collaborazione con gli specialisti sarà essenziale per garantire diagnosi tempestive e per indirizzare le famiglie verso percorsi di cura appropriati. Un ruolo centrale sarà svolto dagli ortottisti assistenti in oftalmologia, figure professionali sanitarie fondamentali nella riabilitazione e nel trattamento di problemi visivi complessi come lo strabismo e l’ambliopia».
«A sua volta l’ottico optometrista gioca un ruolo importante per non vanificare il lavoro dell’oculista - ha precisato in occasione del talk Luciano Martinelli, rappresentante dell’area tecnica per Occhio ai Bimbi - Oggi le aziende si impegnano a creare montature adatte ai bambini: noi abbiamo il ruolo di individuare la geometria adatta alla lente, l’indice di refrazione corretto e, non ultimo, effettuare una centratura e un montaggio dell’occhiale corretto. Un punto di forza del nuovo service è la piattaforma digitale occhioaibimbi.it, un vero e proprio hub informativo per famiglie, insegnanti e operatori sanitari. Qui sarà possibile trovare materiali di approfondimento, linee guida per la prevenzione, oltre a informazioni aggiornate su eventi e screening in programma. Il sito rappresenta un ponte tra il mondo della ricerca e la pratica quotidiana, rendendo accessibile a tutti le più recenti scoperte nel campo della visione infantile».
Gli ha fatto eco Di Pietro. «Deve esserci una sinergia fra le varie figure, dai genitori al personale scolastico in primis, così come con l’ottico che rappresenta spesso il primo approccio, il primo al quale le famiglie si rivolgono e quindi il primo della catena di trasmissione e importante canale di informazione», ha sottolineato Di Pietro.
A cura della redazione