Ago: l’occhio invecchia, la sinergia professionale no

Per rispondere alle esigenze visive delle persone più adulte è necessaria la collaborazione tra classe medica e area ottico optometrica: ne trarranno beneficio la loro salute e il loro benessere oculari, ma anche il business dell’intera filiera. È, in estrema sintesi, quanto emerso il 6 ottobre scorso al terzo meeting del network che raccoglie i punti vendita aderenti a Ottici Associati e a Cio

«La sinergia è l’unico modo di lavorare bene, in cui ognuno porta il proprio contributo: sempre di più abbiamo bisogno di professionisti come voi che si occupino di problemi quali quelli legati all’ipovisione». Così l’oculista Anna D’Ambrosio (nella foto sotto), presidente di Prisma, si è espressa all’interno della tavola rotonda conclusiva dell’evento svoltosi domenica scorsa presso Cascina Erbatici, all’ingresso dell’Oltrepò pavese. D’Ambrosio è stata una degli esponenti dell’area medica, insieme a Gian Maria Venturino e a un contributo video di Gianfrancesco M. Villani, che si sono alternati sul palco del meeting 2024 di Alleanza Gruppi Ottica: davanti a più di un centinaio tra ottici optometristi e manager delle aziende sponsor hanno analizzato le principali problematiche di salute legate all’invecchiamento dell’occhio umano, nonché le possibili forme di prevenzione, di cura o di compensazione. In particolare in quell’area definita dalla legge ipovisione, «che può essere centrale, periferica o mista, senza dimenticare la cosiddetta “near normal vision”, la collaborazione tra oculisti, ortottisti e ottici è massima: i primi fanno la diagnosi e la certificazione della patologia, i secondi contribuiscono alla diagnosi stessa e si occupano della riabilitazione, ma gli ausili ottici li fornite voi, che siete quindi altrettanto importanti in tale ambito», ha ribadito D’Ambrosio. A sua volta Roberto Pregliasco, che ha condotto la parte congressuale dell’evento, ha ulteriormente sottolineato la necessità di favorire questa sinergia professionale, che finora non si è riusciti a concretizzare nella maniera migliore, ma per la quale si stanno aprendo opportunità interessanti. «Siamo qui per educare i nostri colleghi, soprattutto i più giovani, a seguire la strada giusta: quella di inviare il cliente dall’oculista, così da favorire tale sinergia», ha detto il professionista della visione e coach genovese.

Ma c’è un altro mondo che va spronato alla tutela della salute oculare e del benessere visivo. «Se non educhiamo chi ha più di 60 anni ad andare dall’oftalmologo, in particolare quanti non ci vanno da troppo tempo, significa che non facciamo bene il nostro lavoro, perché l’occhio invecchia e lo fa in maniera silente», ha affermato ancora Pregliasco, riprendendo le tematiche affrontate da Bruno Garuffo e Claudio Zanoni, intervenuti per l’area ottico optometrica rispettivamente sui temi dell’oculomotricità e del visual training. «Non esiste un controllo visivo senza un controllo oculomotorio, come pure non esiste un training visivo senza un controllo oculomotorio», ha concluso Pregliasco (nella foto principale, da sinistra: Venturino, D'Ambrosio, Pregliasco, Zanoni e Garuffo).

Angelo Magri

Professione