La più diffusa malattia degli occhi? L’amore a prima vista

Questa battuta dell’attore Gino Cervi, l’indimenticabile sindaco Peppone nella celebre saga cinematografica Don Camillo, calza a pennello per descrivere il “magic moment” tra la classe medica e l’industria oftalmica, come ha confermato l’ultimo Congresso Siso di Roma

Ci sono protagonisti, nel mondo dell’oculistica, che non si tirano indietro nel dire le cose come stanno. Nel novembre scorso, al Forum presbiopia di Napoli, Paolo Nucci aveva manifestato spontaneamente la propria gratitudine alle aziende oftalmiche per aver aperto un nuovo capitolo nel dialogo con il settore oftalmologico: si riferiva alle evidenze degli studi clinici sulle soluzioni per la gestione della progressione miopica e sulla loro reale efficacia.

In precedenza l’industria oftalmica non aveva una tradizione così marcata nei clinical come invece poteva vantare la contattologia. La “miopidemia”, secondo il neologismo proposto dallo stesso Nucci, ha permesso alle imprese produttrici di lenti da vista di avvicinare l’area medica con una modalità nuova e più affine al mondo farmaceutico e di parlare di una soluzione che non ha solo uno scopo correttivo ma un ruolo ben più rilevante per l’oculista, quello preventivo. E, come tale, prescrivibile e abbinabile al protocollo farmacologico già in atto. Al terzo Congresso Siso di metà aprile si potevano percepire chiaramente gli sviluppi di questo “amore a prima vista” tra oftalmologia e oftalmica. I rapporti sono ora più frequenti e intrecciati, proiettati sul lungo termine. Gli scambi tra i due appaiono oggi talmente empatici da presupporre che il vento stia cambiando: lo confermano i consuntivi delle singole realtà imprenditoriali presenti all’evento romano, che questo quotidiano sta raccogliendo.

Si sa, l’amore a prima vista mal tollera, se non per pura necessità, una terza figura, che nel nostro caso è l’ottico optometrista, con le sue variegate forme e livelli di formazione alle spalle. In tale triangolo comunque auspicabile, utile soprattutto per la salute e il benessere visivi dell’utenza finale, l’importanza della mediazione dell’industria e delle associazioni di categoria risulta indispensabile. Il lunch symposium sulla presbiopia all’interno del Congresso Siso, alla presenza di tutti questi attori (nella foto), ne è una testimonianza viva e unica. Convincere la nuova “fiamma” ad accettare la compagnia di una cugina comunque necessaria al corteggiamento sarà una grande sfida per l’industria oftalmica.

Nicola Di Lernia

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