“Dalla mia esperienza, e da quella condivisa con innumerevoli altri individui, sono giunta a credere che la creatività sia la nostra vera natura e che i blocchi altro non siano che una distorsione innaturale di un processo normale e miracoloso al tempo stesso come lo sbocciare di un fiore su di un sottile gambo verde”. Julia Cameron, insegnante e novellista americana, già moglie di Martin Scorsese, scrive il suo saggio più discusso, poi tradotto e pubblicato da Longanesi nel 1998 in italiano con il titolo La via dell’artista, nel quale si prova a indicare gli stratagemmi “per liberare la creatività delle persone”.
Il 5 aprile scorso si è inaugurata la terza mostra, dopo il prestigioso palazzo Isimbardi e gli spazi dell’Università Bicocca di Milano, di Square, un artista misterioso e poliedrico i cui interessi spaziano dall’arte digitale alla pittura, con focus sugli Occhiali e la Visione. I suoi ritratti, Visionaries, volutamente camuffati di personaggi noti e famosi, vengono presentati in istallazioni urbane in luoghi di ordinaria quotidianità, e questa è visibile tra il pubblico che affolla le gallerie del Centro Commerciale Carrefour di Limbiate (nella foto sopra).
Lo slalom tra le immagini dei personaggi che sorridono all’osservatore sembrano sommessamente suggerire che anche dalle amarezze e dalle fragilità della vita possono germogliare intuizioni visionarie e creatività inaspettate. La mostra rimarrà visibile sino al 23 aprile, mentre fino al prossimo autunno l’artista propone anche “Square-Graffiti et cetera”, al Frizzi e Lazzi Bar, storico locale in una corte sui Navigli di Milano.
Sergio Cappa