È curioso che in un momento in cui si parla tanto di genderless, di una moda che veste indifferentemente l’uomo e la donna, da parte di molti brand, e per di più i famosi, ci sia stato un grande ritorno alla femminilità, addirittura alla sensualità e al nude look anni 80. Qualcuno ha scritto di erotismo senza nostalgie. Scollature accentuate, drappeggi che lasciano scoperti fianchi e schiena, uso di rete e morbidi tulle, pizzi a non finire, tessuti fascianti, minuscoli top la cui trasparenza è “censurata” da una pioggia di paillettes o di perline. Perfino nella collezione di Prada, per la quale Miuccia e Raf Simons si sono ispirati alle uniformi coerenti al minimalismo del brand, si sono viste aderenze, trasparenze, minigonne. Armani per Emporio ha proposto miniabiti con grandi scolli, per Giorgio Armani ha puntato sulla sensualità del color cipria. Dolce&Gabbana hanno continuato con il nero sexy, cui hanno aggiunto il bianco e il rosso. Non sono mancati comunque i tessuti maschili per tailleur e cappottoni, spesso con cintura, portati su camicie o abiti in tessuti leggeri e iperfemminili, con un voluto effetto sweet & rough.
Meno gli occhiali in passerella, rispetto alla scorsa edizione invernale della Fashion Week, soprattutto tra i big: singoli modelli sun da Armani e Fendi, qualche montatura da vista. Fa eccezione Gucci, che ha fatto sfilare quasi tutti i modelli, dal cat eye, con cui ha aperto lo show, agli occhiali profilati di bianco, all’occhialone nero, alle maschere. Si sono viste anche da Laura Biagiotti, rivisitazione di un modello cult anni 90, perfette con i completi di cashmere bianco come per gli abiti metallizzati. Maschere colorate pure da Missoni (nelle foto principali), che spesso ha coordinato la stampa delle montature al jacquard dei capi. Sempre in accordo con il colore dei look, gli occhiali all’applaudita sfilata dell’outsider Daniela Gregis (nelle foto sopra).
Luisa Espanet