WHITE: IL POST-COVID CONFERMA I FEDELISSIMI DELL’EYEWEAR

Il salone milanese di via Tortona è andato in scena dal 24 al 27 febbraio: nelle quattro location in cui era suddivisa l’esposizione hanno trovato spazio anche alcuni brand di occhiali. Attenzione soprattutto al tema della sostenibilità con workshop e talk dedicati

Con 18.850 visitatori e il 24% in più di buyer rispetto all’edizione di settembre, il salone White (nella foto, l'ingresso) ha confermato il suo successo. Tra gli espositori, divisi tra Superstudio, ex Ansaldo e Mudec, molti gli stranieri. Un grande spazio dedicato agli inglesi con proposte creative e accattivanti che hanno fatto ripensare ai Swinging Sixties. O il meglio del denim californiano nella luxury lounge. Ma numerosi anche i buyer internazionali e qualificati, da Saks Fifth Avenue e Harvey Nichols di Dubai ai cinesi dei più importanti department store. Interessante nello White Cube un’esposizione dedicata alla scarpa con i migliori pezzi del Museo della Calzatura di Vigevano. Forse meno del solito gli spazi occupati, non utilizzato il basement del Superstudio, ma in compenso svariati e seguitissimi i workshop e i talk su vari temi, tra cui la sostenibilità è stato uno dei principali.

Più o meno immutata la presenza dell’eyewear, per la maggior parte concentrati nell’ex Ansaldo. Così Excape Eyewear, brand di Daverio, in provincia di Varese, con modelli sia in acetato sia metallici. Quello di punta ora è a maschera. Packaging in carta riciclata, così come in materiale riciclato gli espositori da negozio. Occhiali molto grandi da Spektre, un fedelissimo di White. Come Marco Melis il cui pezzo forte è un modello metallico tondo. Dalla Spagna arriva Mr.Boho con le sue coloratissime montature in acetato. Nei saloni del Superstudio, come per diverse stagioni, Linda Farrow propone i suoi sofisticati occhiali da vista e da sole e le collezioni degli stilisti con cui collabora: Attico, Marfa, Magda Butrym e Dries Van Noten.

Luisa Espanet

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