Il direttore creativo di Louis Vuitton Uomo e fondatore di Off-White, si è spento domenica scorsa a soli 41 anni
«Non era solo un genio e un visionario ma anche un uomo con una bella anima», ha detto di lui Bernard Arnault, ceo di Lvmh. Virgil Abloh, oltre che un grande direttore artistico e un creativo eclettico in svariati campi, era uomo di straordinaria generosità attento ai problemi sociali e un vero faro per i giovani. Da cui prendeva spunti e ai quali dava messaggi, non da un piedestallo, ma come un fratello maggiore, mischiandosi a loro. In tutto quello che creava c’era dietro un pensiero, un’idea forte, sempre una sorpresa.
Qualsiasi cosa disegnasse non era mai allineato. «Non credo ai generi, solo al design», aveva commentato così la prima linea di eyewear del suo brand Off-White, un incredibile mix di lusso e streetwear. Preziosa per i dettagli ma perfetta per piacere ai giovani per colori, rifiniture, attenzione alla scelta dei materiali, naturali e antiallergici.
Per Louis Vuitton, la cui proprietà, il gruppo Lvmh, ha dato vita con Marcolin a Thélios, si era già fatto notare per gli enormi occhiali a fascia tipo sci o per quelli con aste colorate o dalla forma trapezoidale rovesciata che indossava lui stesso. Geniale e imprevedibile, era sempre pronto ai colpi di scena, come far sfilare l'autunno inverno in piena Haute Couture parigina della collezione Off-White prêt-à-porter, con moltissimi occhiali da sole nonostante la stagione, e metterla poi subito in vendita. O quando per far conoscere l’uomo primavera-estate 2021 di Louis Vuitton, presentato solo in streaming, l’aveva portato in giro per il mondo in coloratissimi container, a Milano in Rinascente. A fare da manichini creature antropomorfe, sia per il tema dell’inclusività, a lui caro, sia in omaggio alla fantasia dei bambini. Con moltissimi occhiali indossati o distribuiti in scaffali e vetrinette.