TITO STAGNO, DIETRO I SUOI OCCHIALI IL MONDO SCOPRÌ LA LUNA

Martedì scorso è mancato a 92 anni il giornalista celebre per aver condotto la diretta televisiva dello sbarco di Neil Armstrong e dei suoi compagni astronauti nel luglio del 1969

Chi era già nato nel 1969 lo ricorda per la missione sulla Luna. Ma Tito Stagno non è stato un grande giornalista solo per quella telecronaca. Quel servizio, infatti, se l’era guadagnato con anni di lavoro che l’avevano portato in giro per il mondo a seguire gli eventi più clamorosi e a intervistare e incontrare i personaggi del momento. Tra cui l’astronauta russo Gagarin e persino la cagnetta Laika, primo essere vivente ad andare in orbita. Proprio per queste esperienze quando era arrivato il fatidico giorno, inevitabile che gli fosse affidato l’incarico. Di Stagno piaceva il modo di raccontare con quella capacità di creare la suspense, magari per aggirare abilmente l’interruzione di collegamento. E poi la simpatia dovuta in parte anche al suo aspetto. Quel sorriso e quel ciuffo biondo che qualcuno, come ha scritto sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella, metteva in dubbio fosse naturale. Cosa che gli dava molto fastidio, forse per questo aveva scelto quei grandi occhiali neri che mettevano in risalto la sua aria da intellettuale, cui teneva certamente di più. Con il tempo aveva lasciato quella montatura, per passare a una metallica, più leggera. Con questa è apparso nella sua, forse, ultima foto pubblica che lo ritrae nel 2009 con la moglie e le due figlie per festeggiare i quarant’anni dell’uomo sulla Luna. Episodio dove altre lenti sono diventate leggendarie e cioè quelle degli obiettivi Carl Zeiss della Hasselblad 500EL che fotografarono l’orma del piede di Neil Armstrong. Oltre alle lenti degli occhiali Pilot, indossate dagli astronauti per proteggersi dalle dure condizioni atmosferiche.

Luisa Espanet

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