Thélios amplia lo stabilimento di Longarone

L’azienda, nata dalla joint venture tra Lvmh e Marcolin, ha ingrandito la sua struttura italiana: un’esigenza che riflette la strategia del gruppo incentrata sul prodotto, la cui realizzazione si divide fra il nostro paese e la Francia, con Sara Osculati (nella foto) a coordinare le partnership con le maison

Esprimere l’essenza di ogni maison: è l’obiettivo di Sara Osculati, chief brand & product officer di Thélios, che vanta un’esperienza ventennale nel marketing e nel product management, di cui 15 anni presso Dior. Un background solido e importante che le ha permesso di vincere quest’anno il premio assegnato da Vision Monday come manager più influente nell’eyewear. Uno dei motivi di questo successo? Far sì che Thélios non si proponga come semplice licenziatario, ma come partner delle maison. Una ricetta studiata nei minimi dettagli, visibili nelle creazioni dell’azienda, che punta sulla grande ricerca posta dietro ogni elemento dell’occhiale. Osculati ha mostrato a b2eyes TODAY alcuni pezzi delle nuove collezioni, descrivendone i particolari e lo studio effettuato. «Ogni occhiale racconta una storia diversa - spiega al nostro quotidiano la manager - Per Rimowa, ad esempio, recentemente entrato nel portafoglio di Thélios, abbiamo lavorato intorno al tema del viaggio, rendendo i modelli funzionali con il dettaglio del ponte sfalsato, mentre per Berluti abbiamo giocato sugli inserti in pelle per riprendere i codici stilistici del brand».

Il prodotto è, dunque, al centro della strategia di Thélios. Due le culle per la realizzazione dei modelli. La prima è il nostro paese. «Ogni occhiale è fatto in Italia, a Longarone - dice ancora Osculati - Nel 2017 abbiamo raggiunto la capacità di produzione interna di acetato e metallo: le nostre risorse in manifattura hanno un’età media di circa 35 anni, un mix equilibrato fra giovani talenti e profili esperti». Ed è ancora sul made in Italy che Thélios ha deciso di puntare con l’avvio di un nuovo spazio nel Bellunese, dove verranno realizzati gli occhiali Dior, la cui distribuzione partirà nel 2021: sono 20 mila i metri quadrati totali, di cui circa 18 mila dedicati proprio alla produzione. L’investimento totale per l’ampliamento della struttura di Longarone è stato, come riporta Il Gazzettino, di circa 70 milioni di euro: attualmente vi lavorano oltre 400 dipendenti destinati ad aumentare, proprio perché, come ha riferito al quotidiano veneto Giovanni Zoppas, amministratore delegato di Thélios, l’obiettivo in questo nuovo stabilimento, denominato T2, è produrre tutti gli occhiali per il gruppo, incrementando il numero di risorse che salirebbero così a circa 700.

La seconda casa è la Francia, per quel che riguarda l’ideazione: a Parigi si trova l’headquarter degli uffici dedicati al design, al marketing e alla parte commerciale del gruppo. L’azienda ha trovato un importante equilibrio sia nel dialogo fra le due sedi sia fra l’area tecnica e quella creativa. «Questo ci permette di ridurre i tempi di sviluppo di un prodotto, allineando i calendari di presentazione del mondo fashion con quelli dell’ottica - aggiunge Osculati - Un’importante novità riguarda l’attenzione alla sostenibilità, introdotta con l’ingresso in Thélios di Stella McCartney, per le cui collezioni abbiamo lanciato le bio-lenses, realizzate con materiali naturali, tra cui l’olio di ricino, con un procedimento certificato da Underwriters Laboratories, organizzazione indipendente di certificazioni nell’ambito della sostenibilità».

Una filosofia che trova il proprio supporto in centri ottici selezionati. «Con i nostri clienti instauriamo relazioni a lungo termine - precisa la manager - Nei punti vendita vogliamo offrire la migliore esperienza d’acquisto, presentando le collezioni in modo ben preciso». E con la situazione che stiamo vivendo a livello mondiale a causa della pandemia come vengono mantenuti i rapporti? «Durante il primo lockdown siamo rimasti costantemente in contatto con i nostri partner, organizzando training online, ad esempio, per la presentazione delle nuove collezioni e la gestione delle vendite a distanza, soprattutto per quanto riguarda il fitting», conclude Osculati.

F.T.

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