Safilo, altri 100 dipendenti a rischio

Il 30 agosto è stata aperta la procedura di mobilità senza opposizione per 30 lavoratori dello stabilimento di Martignacco, in Friuli, e per 80 che fanno capo alla sede di Padova (nella foto): 61 negli uffici, 10 nello stabilimento di Santa Maria di Sala e 9 in quello di Longarone. Complessivamente queste strutture occupano oltre 1.200 persone

Tra aprile e maggio era stata avviata la stessa procedura per circa 160 dipendenti su un totale di 1.500 persone occupate nelle strutture di Longarone e di Santa Maria di Sala: il risultato complessivo è stato l’uscita di oltre un centinaio di lavoratori, sempre su base volontaria e con incentivi.
L’elemento chiave di questa nuova fase del processo di riorganizzazione ed efficientamento è legato, secondo i vertici di Safilo Group, principalmente alla perdita della licenza Dior, che incide per circa il 13% sul fatturato della società di eyewear. Da qui la necessità di nuovi esuberi, al momento collocati all’interno della procedura di mobilità di fatto volontaria e incentivata. Anche se ancora non è possibile sapere cosa succederà nel prossimo triennio: tutto dipenderà dal cosiddetto piano 2023, che verrà illustrato dal management di Safilo a stakeholder e sindacati verosimilmente entro la fine di quest’anno.
A.M.

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