Ottica Perris, 70 anni senza mai perdere la propria identità

In questo lungo periodo di attività che il centro ottico di Rho, cintura nordoccidentale di Milano, celebra nel 2022, il figlio del fondatore, Riccardo, uno dei padri nobili dell’optometria in Italia, la terza generazione, Sergio, e l’attuale staff hanno seguito l’evoluzione del retail e della professione nel nostro paese, ancorati però alle loro radici

«Un’insegna significa avere un’identità: purtroppo gli ottici optometristi sono sempre stati una categoria individualista, ma solo l’unione fa la forza, altrimenti si vivacchia e basta, poiché il concetto di punto vendita indipendente tout court rischia di scomparire. Ecco perché alla tradizione pluridecennale abbiamo deciso di aggiungere, nel 2008, l’energia e le opportunità offerte da un brand come VisionOttica». Così Riccardo Perris riassume l’evoluzione dell’omonimo punto vendita di Rho (nella foto principale), fondato dal padre Enzo (nella foto, in basso), che nel 1952 trasferisce da Milano alla località alle porte del capoluogo il proprio negozio di vendita di materiale ottico e fotografico, con il nome originario di Ottical, che dieci anni più tardi assumerà la denominazione di Ottica Perris.

Da quel momento in poi Riccardo porta nel nuovo centro le attività professionali più evolute: viene creato un primo studio optometrico per l’effettuazione di analisi visive e l’applicazione di lenti a contatto, mentre la moglie Maria Giovanna Galimberti gestisce la parte amministrativa. Nel 1974 si aggiunge la sezione per l’applicazione di protesi oculari, due anni dopo quella di educazione e rieducazione visiva, nell’84, infine, l’ipovisione. Nel frattempo Riccardo si laurea in Psicologia all’Università di Padova e inizia un nuovo percorso professionale. Nel 1988 la direzione dell’impresa familiare viene assunta da Sergio Perris, ottico optometrista e laureato in Scienze Biologiche: sotto la sua guida è inaugurato un secondo centro ottico, nel 1993 a Vanzago, sempre a nord ovest di Milano, e con l’avvio del nuovo millennio il negozio storico si trasferisce in una sede più ampia, oltre 200 metri quadrati su due livelli, area vendita al piano terra e studi per l'analisi visiva al piano superiore. «Sergio, continuando a supervisionare l’attività di famiglia, diventa direttore commerciale di Vision Group e nel 2008 fa adottare a entrambi i centri la neonata insegna VisionOttica - racconta a b2eyes TODAY il padre Riccardo - Nel 2015 l’evoluzione continua con l’ingresso in azienda di Stefano Ciocia, laureato in Ottica e Optometria all’Università Bicocca di Milano, come responsabile dei negozi: questo aggiunge ai servizi già presenti e alle solide fondamenta di una realtà con più di 60 anni d'esperienza un tocco di gioventù e freschezza, tanto che alla fine del decennio Stefano entra attivamente come socio, dando vita, di fatto, alla quarta generazione dell’impresa».

Perris è un nome conosciuto e diffuso nell’ottica, in varie zone d’Italia e con diverse fortune. «Mio nonno faceva il fotoreporter e il giornalista, subito dopo la Prima Guerra Mondiale, era persino andato negli Stati Uniti per il suo lavoro: ha cominciato lui a mettere le basi di un’attività che ha avuto l’impulso più forte da mio padre, il maggiore di quattro fratelli, i quali hanno tutti aperto dei negozi di ottica, seguendo il suo esempio e con il suo concreto aiuto - spiega Riccardo - Io mi sono diplomato al Galilei di Milano nel ’62, ma ho progressivamente cercato la mia identità nella nascente optometria e successivamente nella psicologia, lasciando a Sergio le redini dell’impresa, di cui rimango socio di minoranza: il becco ce lo metto sempre, perché la storia di una vita non si dimentica, tuttavia, come ha fatto mio padre con me, ho voluto che lui andasse avanti con le proprie forze e prendesse le decisioni strategiche per il futuro, come quella dell’adesione a VisionOttica».

Il nome di Riccardo Perris (nella foto, in alto) è strettamente legato allo sviluppo dell’optometria in Italia, soprattutto nel nord del paese, insieme a quello di tanti altri, tra cui Ugo Frescura e Jeff Longoni che ci hanno recentemente lasciato. «Quando sul finire degli anni 60 ci siamo uniti alla Società d’Optometria d’Europa e abbiamo di fatto posto le basi per questa professione in Italia, eravamo soprattutto alla ricerca di una conferma e di una identità: abbiamo perciò profuso molte energie in tale iniziativa, che ha funzionato dal punto di vista formativo, si è qualificata perché ha una propria immagine, ma ancora si scontra con le inevitabili difficoltà legate agli interessi di altre categorie professionali – dice ancora Perris - Tuttavia chi ha deciso di essere un optometrista di alto livello ha potuto farlo e può tuttora farlo: l’importante è sapere che si tratta di un’attività gratificante ma impegnativa, la quale deve sempre avere lo scudo di una formazione in costante aggiornamento».
A.M.

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