Ottica Monti: 50 anni d’amore per l’artigianato in una linea di occhiali

Lo storico punto vendita di Verona fondato da Enzo nel 1972 in corso Sant’Anastasia, non lontano da piazza Erbe, taglia il traguardo del mezzo secolo. Per omaggiare la figura del padre, mancato nel 2018, il figlio Alessandro ne ha ripreso il progetto e alcuni disegni per dar vita alla nuova collezione di montature che porta il nome dell’attività di famiglia

Da un punto di vista strettamente cronologico la storia di Ottica Monti a Verona prende il via nel 1972, ma a voler ben vedere, le radici affondano molto più indietro nel tempo, e più lontano geograficamente. Enzo infatti nasce a Cremona, e così pure l’attività di famiglia. «Nel secondo dopoguerra mio nonno Francesco aveva inserito quello che oggi si chiamerebbe un corner per gli occhiali all’interno della sua tabaccheria, dove teneva i pochi modelli disponibili all’epoca ed effettuava piccole riparazioni - racconta a b2eyes TODAY Alessandro Monti (nella foto principale) - Negli anni 50 aveva poi avviato un vero e proprio negozio di ottica nel cuore della città». Qui Enzo, che ha conseguito la laurea in Fisica a Piacenza e insegna, collabora saltuariamente per qualche tempo con il papà e il fratello minore Vito. Successivamente, ottenuta la qualifica di ottico al Galileo Galilei di Milano, si trasferisce nella città scaligera e apre il suo centro, in cui lo affianca la moglie Teresa Venturini, che pure studia e si diploma a Vinci: si trova al numero 4 di corso Sant’Anastasia, che negli anni 70 è popolato di bei negozi di antiquariato e oggetti d’arte.

Talento poliedrico e grande lavoratore, negli anni 80 Enzo decide di concretizzare un suo sogno e avvia nella zona industriale di Verona anche una piccola fabbrica per la produzione artigianale di una linea di occhiali in acetato denominata Montiè, di cui cura ogni fase, dalla progettazione alla realizzazione dei modelli, principalmente pantos e tondi, forma iconica quest’ultima per Ottica Monti, che da sempre la propone. «Ricordo che andava e veniva spesso dal Cadore a quel tempo, per acquisire basi e competenze in questo ambito, oltre che per comprare i materiali - rammenta ancora Alessandro - L’idea era commercializzarli ma c’erano diverse complessità da affrontare per poterlo fare, non ultimo strutturare una rete distributiva, per cui poi ha deciso di venderli solo presso il nostro centro ottico».

Come spesso accade, un amore professionale tanto profondo si trasmette quasi naturalmente e a ereditarlo è il secondogenito Alessandro, che si appassiona al lavoro in negozio durante gli studi di ragioneria e successivamente si diploma nel ‘97 come ottico al Buonarroti di Verona, nonché si specializza in optometria all'Istituto Zaccagnini e ha appena terminato il percorso della scuola di clinica neuro visuo posturale di Luca Giannelli a Milano. Ormai alla guida dell’attività, il che lascia al padre la possibilità di dedicarsi anche ad altre passioni, come la scrittura, nel 2005 Alessandro trasferisce il punto vendita sempre in corso Sant’Anastasia, ma al civico 23, dove si trova ancora oggi dopo essere stato rinnovato nel layout e ingrandito per quanto riguarda sia l’area vendita sia refrazione e contattologia, separata dal resto del negozio: circa 130 metri quadrati in totale con laboratorio interno, dove insieme ad Alessandro lavorano la moglie Cinzia Cipolli e altri due ottici. Decide, inoltre, di ampliare gli orizzonti di Ottica Monti, cercando di mantenere un posizionamento differente dai competitor attraverso i marchi che propone, essenzialmente di ricerca. «In passato avevamo anche le principali griffe, accanto a brand più innovativi o in titanio, ma già avevo capito che questa sarebbe stata la strada per un ottico indipendente come me - spiega Alessandro - Poi, portando alle conseguenze stimoli e idee che già avevo maturato, anche lavorando per un breve periodo a Londra, e in parte per sottrarci alla logica degli sconti e della competizione sul prezzo, ho deciso di spostare in maniera più netta la nostra offerta sull’occhialeria di ricerca, per “vestire” i clienti con modelli più originali e personali».

Se da un lato Alessandro si dedica quotidianamente con grande impegno alla professione optometrica, da suo padre eredita anche l’amore per la creazione artigianale di montature: intorno al 2017 gli propone di far rivivere la collezione da lui ideata, ma nel 2018 Enzo viene a mancare e si apre un momento complicato da ogni punto di vista. Poi arriva la pandemia, e il progetto riprende corpo nella mente dell’ottico veronese, che anche in zona rossa come tanti colleghi tiene aperto e fa tesoro di quel periodo per riflettere sulla sua attività e sui suoi obiettivi. «Ho lavorato tantissimo in quei mesi, passavo ore a studiare, approfondire: un giorno ho deciso di andare a casa di mia madre per recuperare in magazzino gli occhiali di mio padre che avevamo conservato in alcuni scatoloni. Li ho portati a casa e ho cominciato a lavorarli e a pensare a come rimettere in piedi il progetto, mantenendo l’ispirazione originale ma aggiornandola con la mia visione - ricorda Alessandro - Ciò è arrivato in uno dei momenti più tristi dell’economia mondiale eppure ho fatto ripartire tutto. A settembre 2020 ho iniziato a ridisegnare le montature e ad andare a Longarone, dove ho conosciuto un designer che mi ha aiutato anche a fare i prototipi, poi ho avviato la produzione e ho iniziato a venderli in negozio dall’estate successiva. Per adesso creiamo una serie limitata di pezzi, in genere dieci per colore, in cinque modelli che una volta esauriti non ricreiamo (nelle foto, in alto). Un’azienda ci produce aste e frontali molto grezzi, ci appoggiamo a collaboratori per le galvaniche oro e le laserature ma poi lavoriamo e assembliamo tutto a mano: disegno, progetto, scelgo gli acetati direttamente da Mazzucchelli e ho anche registrato il marchio, non è una collezione realizzata da un’azienda a nome mio, sono io il produttore. Voglio mantenere lo spirito artigianale, anche se questo comporta molto più lavoro».

Per rendere omaggio al cinquantesimo anniversario del suo centro ottico, il professionista ha già in mente alcune idee per un’altra serie ultra limitata, ma cautamente non si sbilancia sui tempi di realizzazione. «Per chi se lo chiedesse, un progetto così è molto bello ma per nulla semplice: è davvero impegnativo, richiede tanta costanza, oltre che creatività e voglia di ricercare, altrimenti si ripiega su un prodotto semplicemente brandizzato», conclude Alessandro Monti.

N.T.

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