La struttura espositiva, uno dei primi musei d’impresa d’Europa, è ancora chiusa, ma il suo sito è già online dal 12 settembre (nella foto principale, la homepage). Racconta la storia della Ginori, fabbrica di porcellane creata a Sesto Fiorentino dal marchese Carlo Ginori. A presentare nei giorni scorsi il portale a Milano, Tomaso Montanari, presidente dell’omonima Fondazione.
Un progetto importante non solo per i contenuti, scritti e immagini, ma soprattutto per la fruibilità “democratica”. Oltre a essere aperto a tutti e leggibile a ogni livello culturale, è realmente inclusivo, in quanto accessibile a ipovedenti e non udenti grazie alla compatibilità con i lettori dedicati e la possibilità di navigare integralmente sulla tastiera. Anche la grafica è studiata con font e contrasti leggibili universalmente. Velocissimo, può gestire picchi di traffico elevati senza rallentamenti e i contenuti, caricati in meno di un secondo, sono progettati per essere impiegati su diversi canali.
Da vedere le immagini colte da un inventario digitale di oltre 10 mila opere, suddivise per tipo di produzione. Dalle ceramiche per la tavola, Ginori è stata la prima fabbrica a creare servizi di piatti con forme e decori di grande artigianato, destinati non più solo alle tavole di re e nobili. E poi sculture, maioliche artistiche, disegni e anche oggetti utili come piastrelle, segnaletica stradale, pirofile (sono state inventate alla Ginori), vasi da farmacia. Uno spazio è dedicato a Giò Ponti che ha diretto la Ginori, dopo il matrimonio con la milanese Richard, occupandosi di tutto, dal marchio al packaging alle campagne fotografiche.
Nel sito anche il magazine con articoli su curiosità storiche, e un podcast di Montanari che racconta la missione e l’identità del Museo attraverso le parole di Don Milani, vicinissimo agli operai della Ginori nei momenti critici del dopoguerra (nella foto sopra, un'immagine d'epoca della manifattura della collezione Doccia al lavoro).