Lenti a contatto: rischi di inquinamento per il pianeta?

Lo confermerebbe uno studio statunitense, condotto da ingegneri ambientali e focalizzato sul loro smaltimento: le lac disposable rischiano di trasformarsi in una minaccia per l’ambiente allo stesso modo di cotton fioc, capsule per il caffè e cannucce

La ricerca, eseguita dal team di Rolf Halden, direttore del Center for Environmental Health Engineering presso l’Università dell’Arizona, è stata presentata all’ultimo National meeting and exposition della Società americana di Chimica, che si è tenuto a Boston dal 19 al 23 agosto. 
L’indagine, riportata da vari media nazionali e internazionali, è stata avviata sulla base dell’esperienza personale dello stesso Halden che si è domandato se esisteva uno studio che analizzasse cosa accade alle lenti a contatto a ricambio frequente dopo il loro utilizzo, scoprendo che in letteratura non c’era nulla sull’argomento: è stato così ampliato un lavoro del team già avviato da tempo sull’inquinamento da plastica.
Lo studio è stato suddiviso in tre parti. I ricercatori hanno intervistato un campione di americani dal quale è risultato che il 19% dei portatori di lac ha l’abitudine di gettarle negli scarichi del lavandino o del water. Questo dato rivelerebbe che ogni anno 3,36 miliardi di lenti a contatto, pari a 23 tonnellate, finiscono nelle acque reflue negli Stati Uniti, dopo essere state gettate dai 9 milioni di portatori americani. Piccole e non biodegradabili, passano anche attraverso gli impianti di trattamento delle acque di scarico. O, ancora, frammentandosi, si disperdono in natura per finire potenzialmente ingerite dai pesci, scambiate per cibo.
Secondo i ricercatori, è necessario che vengano studiate e prodotte lenti biodegradabili o, semplicemente, che venga indicato sulla confezione come dovrebbero essere smaltite: il modo più corretto, suggeriscono, sarebbe depositarle tra i rifiuti solidi, mai negli scarichi del bagno.
(red.)

 

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