Il low cost dell’oculistica approda nell’ottica?

“Non capisco perché una famiglia debba spendere 300 euro per un paio di occhiali”, sentenzia in un video l’amministratore delegato di Centro Medico Santagostino. Ma che differenza c’è tra una visita oftalmologica pagata, presso le loro strutture, 60 euro e una pagata altrove mediamente 150 euro?

Il Centro Medico Santagostino di Milano ha inventato l’acqua calda e ce la vuole vendere come una grande trovata d’ingegno. Dalle visite oculistiche che avvengono nei suoi centri a 60 euro l’una escono ex pazienti che scendono le scale o gli ascensori e approdano in un ex spazio di attesa adibito oggi a centro ottico. In un recente articolo apparso sulla rivista Mark Up, la loro responsabile della comunicazione afferma che “riusciamo a vendere occhiali a prezzi particolarmente competitivi, da un lato perché abbiamo marginalità più basse, dall’altro perché stiamo aggregando i corner dell’occhialeria alle strutture dei nostri centri medici abbattendo i costi”. La forza, a detta di Santagostino, è quella di realizzare occhiali attraverso un appuntamento nel quale l’ottico diplomato è in grado di offrire una consulenza personalizzata e gratuita. Da par suo Luca Foresti, l’ad di Centro Medico Santagostino, afferma a questa testata che in corso Vercelli il metodo funziona e si realizzano 12-13 occhiali al giorno con monofocali a partire da 60 euro e progressivi con costo finale fino a un massimo di 180 euro. Da qui il suo desiderio di accelerare e portare ottica in ogni luogo in cui ve ne sia bisogno.
La storia in sé non mi ha colpito eccessivamente: quante volte l’abbiano vista e in quante salse, sebbene l’anomalia del low cost oculistico possa essere imbarazzante soprattutto per l’altra sponda del fiume. Mi hanno colpito invece due cose. L’intervista video a Foresti apparsa sulla pagina Facebook di Santagostino, in cui inizia con l’affermazione citata dei 300 euro. Lo fa con il sorriso dello storyteller di oggi che parla del lavoro degli altri con la certezza che quello che sta dicendo è assolutamente unico nel panorama di questo paese. La seconda cosa, tratta proprio dal già citato articolo di Mark Up, è leggermente più inquietante. “La scelta di puntare sulla vendita degli occhiali nasce dall’ascolto delle richieste dei clienti: il 77% dei pazienti di Santagostino con problemi di vista dichiara che vorrebbe essere guidato nella ricerca della soluzione più adatta partendo dalla visita specialistica oculistica in un centro medico sino alla scelta dell'occhiale e/o lente a contatto - vi si legge - Il 70% degli intervistati sarebbe felice di poter scegliere il proprio occhiale subito dopo la visita con l’oculista”.
Se questo corrispondesse alla realtà, troverebbe conferma il fatto che avrebbe molto più interesse il medico a entrare nella sfera dell’ottico che viceversa. L’oftalmologo ci guadagnerebbe quindi la montatura e le lenti, l’ottico optometrista invece ne ricaverebbe solo potenziali guai dalla prevenzione che scrupolosamente vuole fare per aiutare il suo cliente e magari l’oculista di riferimento. In seconda battuta il desiderio espresso da quel 77% ci fa pensare, ma non ci posso credere, che l’autorità acquisita dall’oftalmologo in fase di visita possa portare il paziente a diventare automaticamente cliente del centro ottico posto all’uscita della clinica. Se tutto ciò corrispondesse alla realtà, ci troveremmo di fronte a una sorta di sudditanza psicologica. Ma, ripeto, non ci credo.   
Nicola Di Lernia

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