“Il disco in vinile è un oggetto affascinante sotto molti aspetti: dalla consistenza cartonata esterna al vinile in sé. (…) Questo famoso supporto cela dei segreti negativi, in effetti: i dischi in vinile sono realizzati utilizzando il cloruro di polivinile (il ben più noto PVC), materiale solo in parte riciclabile e con degli altissimi costi di produzione. (…) Il vinile è quanto di più anti-ecologico possa esistere. (…) Il disco in vinile, quindi, è ufficialmente tornato di moda, forse proprio per le sue tipiche e specifiche imperfezioni”. Questo è un estratto dal lungo articolo che Giovanni Maria Zinno scriveva sul quotidiano online Musica, Edizioni 2duerighe, del 23 marzo 2022.
Da più parti si prova ad analizzare le cause, reali e narrate, per cui in questo benedetto bel paese si leggono sempre meno libri e giornali. Se l’analisi, come spesso viene condotta, ha il suo focus nella narrativa, non di meno il problema appare manifesto anche nell’editoria scientifica. Negli ultimi due decenni i contenuti dei corsi di ottica e di optometria si sono palesemente sbiaditi, appiattendosi in un inarrestabile scadimento volto a compiacere e dissetare le esigenze del mercato. Tessera musiva di questa avvilente metamorfosi è anche il disuso acclarato dall’acquisto dei libri: il pdf, la chat, lo screenshot sino all’intelligenza artificiale sono il nuovo vate sacerdotale degli studenti “zoomer”, confortati peraltro dai loro insegnanti ormai a bassa frequentazione libraria.
Ma chi crede al mito di Pandora, Spes Ultima Dea, può dormire senza il sedativo fresco e pungente del bergamotto, perché l’effetto straniante del deragliamento cognitivo-emotivo che la lettura di qualche saltuario libro di ottica gli ha procurato in passato ha il respiro corto: da più parti si sussurra che, con un sorprendente rimbalzo della storia, è imminente il loro ritorno negli scaffali del vintage. Da oscuroveggenti in cerca di una luce rifratta i professionisti di domani si mostreranno, con malcelato orgoglio, come chiaroveggenti illuminati da luce divina nei sottoportici dei borghi tra bancarelle dell’usato nostalgico; carbonari si incontreranno nei salotti degli ultimi insegnanti in pensione, che i libri li hanno scritti, per carpire i loro testi ricchi di glosse autografe; si celeranno zig-zagando nei foyer dei convegni sussurrando di poter cedere all’asta un incunabolo olografo di fine Novecento; si mostreranno infine fieri e baldanzosi su Zoom quando potranno dire di avere scambiato una vecchia copia dell’Ariosto con un manuale scomparso di contattologia.
Quindi, cari colleghi, pazientiamo tutti perché pur con “le sue tipiche e specifiche imperfezioni” il testo di ottica-optometria-contattologia sta tornando e, in ossequio alla più ferrea legge del mercato, sarà pregevole averlo, senza necessariamente averlo letto, il libro.
Sergio Cappa