Hoya: così Sync riduce il discomfort visivo

Nell’ambito dell’evento che si è tenuto lo scorso 10 giugno a Milano (nella foto, il tavolo dei relatori), presso la Terrazza Martini, che ha richiamato classe medica, area ottica e stampa, è stata presentata una ricerca, condotta dall’oftalmologo Germano Genitti, sul porto della lente a supporto accomodativo che riduce e previene l’affaticamento oculare dovuto all’uso di dispositivi digitali

Nello studio diretto da Genitti, direttore della Banca degli Occhi e di Microchirurgia oculare dell’Aquila, sono stati selezionati 64 pazienti con discomfort visivo, dai 14 ai 50 anni, cui sono state prescritte lenti Sync. Sono stati divisi in due gruppi: persone dai 14 ai 35 anni, con sintomi da affaticamento visivo, e soggetti con oltre 40 anni, caratterizzati da riduzione dell’abilità visiva. «Stiamo parlando di pre-presbiti, che vedono il primo carattere in maniera naturale, ma che, dopo una giornata passata sui dispositivi digitali, riferiscono sintomatologia da stress visivo, con vista offuscata e sensazione di corpo estraneo nell’occhio – ha detto il medico oculista abruzzese – Su entrambi i gruppi è stata effettuata una visita oculistica con un’accurata anamnesi, oltre a una visita ortottica, per valutare eventuali anomalie dell’attività oculare o di deficit di convergenza».
Dopo mediamente tre mesi dall’utilizzo, i pazienti sono stati ricontattati ed è stato sottoposto loro un questionario. «È stato chiesto il grado di soddisfazione delle lenti Sync, della loro utilità nella gestione dei sintomi da affaticamento visivo e una valutazione nel complesso sia dal punto di vista dell’adattamento sia per le prestazioni visive - ha concluso Genitti - Il 92% degli intervistati ha dichiarato di essere rimasto soddisfatto o molto soddisfatto, il 94% ha, in particolare, affermato che le lenti Sync hanno aiutato a ridurre i sintomi da affaticamento visivo, mentre il 95% ha riferito di ritenere le lenti Sync performanti per l’uso dei dispositivi digitali: anche l’area da lontano è risultata confortevole nella visione. Seppur condotto su un numero limitato di persone, ritengo che questo studio abbia messo in evidenza che le lenti a supporto accomodativo possono essere notevolmente utili nei soggetti che presentano discomfort visivo».
A sua volta Andrea Pirotta, docente presso il corso di laurea in Ottica e Optometria dell’Università di Milano-Bicocca, a chiusura dell’evento, ha sottolineato che, tra le varie difficoltà che si riscontrano a causa della digitalizzazione, ci sono i disturbi legati all’accomodazione. «L’uomo non è “progettato” per mantenere lo sguardo a distanza ravvicinata per periodi prolungati di tempo - ha detto il docente milanese – Mal di testa, sfocatura intermittente di ciò che stiamo osservando da vicino e difficoltà di concentrazione sono tra i segnali dello stress visivo: pensiamo che negli Stati Uniti, secondo uno studio del 2016, il 40% degli adulti e l’80% dei teenager soffre di questo disagio». Per questi casi Pirotta suggerisce una lente positiva alla distanza ravvicinata che contribuisce ad alleviare tale sintomatologia. «Si può avere questo supporto accomodativo nella parte bassa della lente per ridurre lo sforzo – ha concluso Pirotta – La lente sarà funzionale allo scopo se, in assenza di patologia, verranno eseguiti dei test per valutare in maniera adeguata la flessibilità della risposta accomodativa del singolo soggetto e prescrivere così la corretta addizione».
F.T.

Lenti oftalmiche