Gli over 40 italiani? Tra presbiopia e occhio secco

È uno dei risultati della ricerca esclusiva che verrà presentata al Forum di Napoli, in programma il 5 e 6 novembre presso il centro congressi del Royal Continental: ne sveliamo un’anteprima

Il Forum presbiopia, nelle sue quattro edizioni precedenti, è sempre stato attento a identificare le tendenze emerse da ricerche di mercato sulla vita e la vista del presbite, coordinate insieme all’industria oftalmica. L’abitudine a non richiamare il cliente dopo il suo acquisto di occhiali con progressive, il fatto che oltre il 70% di chi oggi è portatore di questa tipologia di lenti in precedenza ha scelto per almeno cinque anni un premontato, l’esistenza di una categoria di “hater” delle progressive stesse tra gli ottici sono soltanto alcuni dei riscontri più significativi registrati.

Nel 2023, anno in cui il Forum ospita in plenaria oltre al mondo ottico e oftalmico anche gli oculisti, si è voluto testare il percorso del paziente-cliente presbite che si reca dall’oftalmologo per la visita e successivamente nel negozio di ottica per l’occhiale. A memoria, nessuno prima si era cimentato su un’indagine simile: la sensazione che tutto si compia nel centro ottico aveva sviato dal fatto che mediamente più di un terzo delle soluzioni visive realizzate nasce da ricette oculistiche. Una “dimenticanza” dovuta a una certa tendenza del nostro settore all’autoreferenzialità o alla mancanza di una vera volontà di confronto, dialogo e scambio con la classe medica.

La metodologia della ricerca, che verrà integralmente svelata al Forum di Napoli, si è basata su 500 interviste a italiani, equamente divisi tra donne e uomini, per il 50% di età compresa tra i 40 e i 55 anni e per la restante metà over 55. Tutti gli intervistati, negli ultimi 12 mesi, hanno effettuato una visita oculistica prima di recarsi da un ottico per l’occhiale. Il 93% di loro era cosciente di avere un problema (nella foto sopra). I risultati delle visite oftalmologiche, a detta degli intervistati, hanno evidenziato come la presbiopia sia stata riscontrata nell’80% dei casi, con quote di miopia e astigmatismo vicine al 40%. Il 50% ha dichiarato che il medico non ha diagnosticato nessuna patologia. Per il restante 50%, invece, è l’occhio secco che svetta tra tutti i disturbi rilevati (28%), mentre la cataratta è dichiarata nel 12% dei casi e il glaucoma nel 7% del campione (nella foto principale).

Nel tirar le somme di questo frammento di ricerca, si può evincere che la maggior parte dei presbiti che si affida all’ottico per l’occhiale evidenzia problemi che necessitano di periodici controlli dall’oculista, al fine di mantenere una costante salute oculare e non rischiare patologie peggiori.

Come il “Nessuno si salva da solo” di Papa Francesco nel periodo pandemico, anche il presbite non può essere gestito soltanto dal centro ottico. L’integrazione del processo paziente-cliente e oculista-ottico sarà un must cui dovremo adeguarci. Per il bene di tutti, anche a discapito delle singole posizioni.

Nicola Di Lernia

Professione