In attesa del Consiglio dei ministri del 23 maggio che deliberi alcuni dei provvedimenti a sostegno di famiglie e imprese, l’Emilia Romagna, colpita da due alluvioni nel giro di poco più di 15 giorni, si trova di fronte a un bilancio pesantissimo dopo la seconda ondata, che l’ha messa in ginocchio la scorsa settimana: 14 vittime accertate, centinaia di strade interrotte, quasi 300 frane attive, più di 20 fiumi esondati, decine di migliaia di sfollati, attività e aziende gravemente danneggiate. Le prime stime parlano di danni per circa cinque miliardi di euro.
Nel disastro che si è abbattuto su questi territori sono rimasti coinvolti anche professionisti del nostro settore. E il loro pensiero, oltre ai danni più o meno ingenti subiti, è corso pure al di fuori del perimetro del loro centro ottico, verso i colleghi in maggiori difficoltà, gli amici o gli sconosciuti, i quali hanno perso tutto, con lo sguardo puntato verso la situazione critica che, passata l’emergenza, ci si troverà collettivamente a fronteggiare.
A Faenza, ci ha portato la sua testimonianza Sergio Scipi, titolare dell’omonima insegna di corso Aurelio Saffi, in una delle zone più colpite della città, che abbiamo raggiunto al cellulare venerdì scorso mentre era impegnato, come ci ha detto, a cavare il fango dal suo negozio. «Posso parlare per la mia situazione, anche se credo che ci siano almeno un paio di colleghi che, per ubicazione, possono essere messi male come me – ha dichiarato Scipi - Io avevo circa 60 cm di acqua (nella foto sopra, il punto vendita liberato dall’acqua in cui si vede sul muro il segno del livello sino cui era salita), la sera prima sono riuscito a salvare qualche cosa: come molti ho sottostimato l’entità del fenomeno e ho spostato i cassetti degli occhiali che stavano più in basso, però pensavo che, come l’altra volta, si sarebbe fermata prima, invece è salita fino a metà della vetrina. La parte della sala refrazione è sopraelevata e lì non dovrebbero esserci stati grossi problemi, c’erano due dita d’acqua pulita, vediamo quando rimetteremo in funzione la strumentazione. I danni ci sono e sono ingenti. Rispetto a tanti qui intorno sono uno tra i fortunati, e ho ancora la mia casa illesa, abitando al sesto piano, tanti amici non la hanno più. Ovvio che ci vorrà del tempo per riaprire, che sia una settimana o dieci giorni, ma qui la zona è veramente in ginocchio, non so che cosa succederà anche quando saremo a posto».
Per la posizione sopraelevata rispetto alla zona allagata di Faenza, il negozio di Alessandro Borchi, in corso Mazzini, non ha invece avuto conseguenze. «Siamo fortunati - ci ha detto giovedì scorso - La situazione per altri colleghi nei due corsi principali (uno dei quali è Ottica Scipi, ndr) è più difficile. A parte i due giorni di totale emergenza di mercoledì e giovedì, io starò probabilmente ancora chiuso perché ho il desiderio di aiutare concittadini e amici, c’è chi ha perso tutto. Le campagne intorno sono completamente allagate e di conseguenza le aziende. Nel centro storico metà Faenza è sott’acqua, e al di là della città, la nostra situazione è simile da Bologna fino a Rimini: sicuramente sarà dura, l’economia qui è un terremoto, vedo persone che non hanno più nulla. Vorrei segnalare che ci sarà bisogno. Pure per chi direttamente non ha avuto un danno, non so come andrà».
Anche a Bologna la situazione la scorsa settimana è stata critica, particolarmente in via Aurelio Saffi, dove la strada è stata sommersa per l’esondazione del Ravone. «Qui al problema del torrente che ha sfondato il pavimento di un negozio aprendo una falla lo scorso 2 maggio si è aggiunta questa alluvione catastrofica, che ha fatto il resto. Però è da allora che abbiamo acqua e fango e la via che viene aperta e richiusa. Per il resto la devastazione nel Bolognese è nelle campagne. Siamo rimasti fermi mercoledì e giovedì perché il sindaco ha diramato l’allerta rossa e stabilito la chiusura di scuole e negozi per evitare che le persone si mettessero per strada - ha raccontato Enrico Lolli, titolare de L’Occhiale - Io sono stato fortunato, perché ho un tombino che non si è otturato e i sacchi di sabbia, acquistati da noi commercianti e che ho posizionato da martedì scorso, hanno tenuto. Nel centro ottico non è entrata l’acqua, solo nel magazzino. Nel 2016 avevamo già avuto un allagamento perciò lo avevo attrezzato posizionando tutto a un’altezza di sicurezza».
A Ravenna nessun danno, solo tanti disagi i punti vendita nella parte centrale della città. «Fortunatamente i locali non hanno subìto nulla, le nostre attività procedono regolarmente - ha detto il titolare di Forlini Optical, Gianni Forlini - Grazie al lavoro di contenimento dell’alluvione realizzato dal Comune, soltanto alcune zone periferiche sono state colpite».
Oltre 40 centimetri di acqua e fanghiglia. È quanto si sono ritrovati dalle prime ore della mattina del 18 maggio Denis e Mirko Marangoni, titolari di Ottica Nerio, nel cuore di uno dei comuni del Ravennate maggiormente colpiti dall’alluvione, Lugo (nella foto sopra e sotto). «Le autorità avevano allertato alcune zone della nostra località, ma non il centro, per cui noi non abbiamo potuto prevenire il disastro e siamo intervenuti quando l’acqua era già ad almeno 25 centimetri - ha spiegato Marangoni - Quindi tutto ciò che si trovava a quelle altezze è stato colpito e ha subìto gravi danni: l’arredo in legno con i relativi cassetti contenenti gli occhiali o le lenti a contatto, ma anche parte della strumentazione, come ad esempio il pc alla base del Visioffice». I due imprenditori ottici romagnoli hanno già smontato metà del negozio e, con l’aiuto di familiari collaboratori, amici e persino clienti, stanno cercando di montare di nuovo i cassetti, almeno quelli che l’acqua non ha gonfiato a dismisura, con l’obiettivo di riaprire non appena sarà ripristinata la corrente elettrica. «Al momento è impossibile fare una stima dei danni - ha aggiunto Marangoni - Siamo affiliati a Vision Group e subito il nostro referente di zona ci ha chiamato, per metterci in contatto con l’assicurazione. Da quanto ci risulta, a Lugo ha subìto danni significativi anche il centro ottico New Vision, mentre quelli ubicati in altre zone sono stati colpiti meno o hanno avuto il tempo di spostare il materiale prima del picco dell’esondazione».
A Forlì, avrebbe riportato danni Ottica Pretolani, mentre a Cesena ci sono stati problemi seri per Ottica Cesena Lab (nella foto principale). «Ma nella nostra provincia vanno ora monitorate le zone collinari, per via del rischio frane: già risulta isolata Modigliana, dove ha sede Ottica Barbi», ha raccontato Maurizio Spada, presidente di Federottica a livello provinciale e regionale, che annuncia possibili iniziative da parte dell'associazione a sostegno dei centri ottici aderenti, anche con il coinvolgimento delle aziende fornitrici e dell’assicurazione.
Sul fronte delle aziende del settore, per Divel e Optovista, entrambe con sede a Calderara di Reno, in provincia di Bologna, non ci sono state conseguenze, anche se, come per tante altre realtà produttive della regione, l’impatto è notevole sulle consegne e le spedizioni, legato alle difficoltà subite dalle società di trasporto e alle criticità nella percorribilità delle strade. Nessun danno nemmeno a un’altra impresa limitrofa al Reno, Formelli 1945, di Casalecchio.
Nel frattempo Rodenstock Italia ha rinviato a data da destinarsi la tappa del suo roadshow prevista per il 21 maggio a Bologna, «soprattutto per rispetto della situazione che molte persone stanno vivendo in questi ultimi giorni - commenta in una nota l’ad Massimo Barberis - Il nostro pensiero e la nostra vicinanza vanno a tutte le persone colpite duramente negli affetti e nei beni personali e a tutti coloro che sono impegnati costantemente nel portare loro aiuto», annunciando un supporto agli ottici partner e appena possibile un ritorno sul territorio, «per sostenere ulteriormente il nostro network e per la popolazione», aggiunge nella nota la responsabile marketing e comunicazione, Daniela Poletti.
A.M., N.T., F.T.