L’housebrand pone in luce le eccellenze della tradizione artigianale veneziana e del made in Italy dando vita a un racconto attraverso il volto di artigiani, immortalati con montature sole e vista, in una mostra fotografica interattiva che è partita da Milano per arrivare a Venezia
Preservare l’artigianato e i mestieri destinati a scomparire è un argomento di grande attualità per l’immagine e l’economia italiana. Curiosamente recuperare il passato diventa la formula vincente per affrontare il futuro. È importante quindi comunicare queste realtà a chi il futuro lo vivrà e cioè le nuove generazioni. È il messaggio-progetto alla base della mostra fotografica VeneziaAllOpera organizzata da Lozza, il brand di occhiali, di proprietà di De Rigo Vision, più antico d’Italia, e curata da Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci di Venezia, con cui il gruppo di Longarone ha stretto una collaborazione con l’obiettivo di sostenere l’arte. Le foto sono state scattate a Venezia, sia perché solo qui si trovano certe eccellenze sia per ricordare l’origine veneta dell’azienda. Si è scelto due giovani fotografi, Giovanni Genzini e Alberto Papagni, in grado di esprimersi con un’immagine e un linguaggio più vicino ai coetanei. Risultato 42 scatti che raccontano 14 artigiani o famiglie di artigiani con una lunga tradizione alle spalle. Tutti sono all’opera e indossano occhiali Lozza scelti da loro stessi. C’è il gioielliere, lo scarpaio anzi la scarpaia, il tessitore che usa telai del 1700 per tessuti d’arredamento e d’alta moda. C’è chi lavora in fonderia e chi in legatoria. E poi ci sono i mestieri che esistono solo a Venezia. Come i vetrai di Murano o i forcolani che fabbricano le forcole, cioè gli scalmi delle gondole e i remi, o chi costruisce e ripara gondole (nella foto), e sono due sorelle, e chi progetta modellini di barche. C’è chi crea maschere per il Carnevale e chi le foglie d’oro usate per decorazioni. La mostra, a Milano allo Spazio Still sino al 1° ottobre scorso, sarà dal 12 novembre a Venezia alla Casa dei Tre Oci alla Giudecca.
Luisa Espanet