In questo Festival abbiamo assistito all’unione di tutte le generazioni senza distinguere chi era big e chi era sconosciuto, chi portava i pantaloni e chi la gonna, perché gli stili si sono intrecciati senza rendere visibili le inclinazioni e i tre finalisti che rappresentano tre generazioni diverse (Morandi, Elisa e Mahmood-Blanco) si sono abbracciati livellando il tempo e condividendo lo spazio.
Avevamo bisogno di musica, di commentare i look e anche se Sanremo 2022 non ha portato sul palco tanti occhiali, a eccezione della splendida Ornella Muti con i suoi cat-eye, dell’eclettico Fiorello con il suo stile black, di Drusilla Foer con montatura in metallo canna da fucile per confermare la sua singolare presenza scenica, Rocco Hunt che, duettando con Ana Mena, si è proposto in look rimless Cartier e il maestro Carmelo Patti apparso per un attimo con occhiali rosa a cuore per dirigere La Rappresentante di Lista, abbiamo scoperto un vero amante dell’accessorio eyewear. Ne ha sfoggiati di tutti i tipi abbracciando diversi trend Dargen D’Amico, convincendo anche l’orchestra e lo stesso Amadeus a crearsi il look con gli occhiali (nella foto, tratta da iltempo.it). Dopo l’esordio con il futuristico Retrosuperfuture, il cantante ha proposto per le due serate successive modelli Swarovski di grande impatto: il primo giallo placcato color oro dai profili bombati e ispirato alla linea gioielli Dulcis, il secondo nero lucido in forma geometrica costellato di cristalli. Occhiali femminili, indossati da Dargen con assoluta disinvoltura sottolineando la caduta di ogni muro gender per sottolineare bellezza, unicità, leggerezza.
D’Amico ha chiuso il Festival con un altro paio, questa volta Versace monochrome blu caratterizzato da combo del ponte acetato metallo, e con la sua sfrontatezza non ha temuto il Fantasanremo, il fantagioco lanciato sui social per attribuire bonus e malus ai protagonisti della kermesse canora. E così abbiamo scoperto che parole come “papalina” e “un saluto a zia Mara” erano i bonus, mentre sedersi ad esempio sulle scale, indossare cappelli e occhiali era un malus. Svelato l’arcano: ecco perché di montature non ne abbiamo viste molte, ma accettiamo il gioco perché abbiamo bisogno di leggerezza e c’è da augurarsi che per il prossimo anno l’occhiale diventi invece un bonus con cui intonare stile e unicità.