Alcuni anni fa i fondatori di Cso, Sergio Mura e Giuseppe Matteuzzi, idearono il progetto per i cittadini. Oggi, grazie all’allentamento delle restrizioni per l’emergenza sanitaria, l’attuale management ha ripreso a proporre l’iniziativa ai comuni toscani. «Tuttavia nel pensiero dell’azienda l’anziano fragile trova un posto prioritario, così Cso ha voluto focalizzarsi sulle Rsa - si legge in una nota dell’impresa di Scandicci, specializzata in strumenti oftalmici per la diagnostica oculare - Il 19 e 20 aprile i trenta pazienti e le venti religiose attive nella casa di riposo fiorentina, gestita dalla Congregazione Sorelle Apostole della Consolata, saranno invitati a fare una visita oculistica completa che comprende topografia, analisi del fondo oculare, misurazione della pressione intraoculare, analisi della cataratta e stato della cornea». Lo screening è effettuato con strumentazione Cso di ultima generazione, per diagnosticare eventuali patologie retiniche legate al diabete, corneali come il cheratocono o il glaucoma.
Lo scorso ottobre Cso ha donato uno strumento di precisione all’oftalmologo Claudio Genisi per un progetto di visite gratuite condotto all’interno di Rsa a Treviso. «L’oculista ci ha ispirati e sensibilizzati sull’importanza della vista per le persone anziane, in particolare quelle ricoverate presso le residenze, spesso soggette a demenza senile e altri problemi di disabilità cognitiva: la vista permette loro di avere più autonomia nei movimenti, la lettura, guardare la televisione e riconoscere le altre persone all’interno della residenza con conseguente maggiore socializzazione. Tutte attività che hanno una ricaduta positiva sulla qualità della vita dell’anziano fragile - spiega nel comunicato Viola Mura, responsabile comunicazione della società toscana - È così nato il progetto “Clinica Mobile Cso-Per la salute dei tuoi occhi”, coerente con la missione dell’azienda, impegnata da 55 anni nella realizzazione di strumenti ad alta tecnologia per la prevenzione e la cura della vista: per il prossimo futuro vorremmo potenziare il servizio presso le Rsa, creando una rete di soggetti motivati a collaborare per generare un impatto sociale positivo sul territorio, ma anche un format replicabile in altre regioni italiane».
(red.)