Le farmacie hanno ancora oggi molti elementi in comune con i centri ottici: distribuzione nazionale, dimensione numerica, ruolo sociale. Nel suo sviluppo orizzontale il farmacista tocca molti mondi, tra cui anche cosmetica e profumeria, accessori, alimentazione, laboratori di analisi. In particolare su quest’ultimo aspetto la trasformazione in atto in farmacia dei servizi è un chiaro segnale di ulteriore espansione. L’ottica, invece, è un fenomeno a sviluppo verticale. Poche contaminazioni di natura orizzontale che la portino ad allargarsi oltre le classiche montature, lenti da vista, lenti a contatto. Poche prestazioni a pagamento, mirate principalmente all’area professionale. Nessun cenno forte a servizi in grado di rompere l’incantesimo della specializzazione estrema di questo settore. Così al Forum Presbiopia 2024, con una ricerca di Strategy Innovation siamo andati a valutare il feeling delle farmacie su una visione delle cose che avverranno lì e che ci toccheranno da vicino.
Il loro mondo sta vivendo quello che ha vissuto il nostro trent’anni fa: crisi del punto vendita indipendente e di identità professionale, incertezza sul futuro, introduzione veloce e massiccia delle catene, commercializzazione estrema di alcuni comparti, in particolare il prodotto da banco. A fronte di un potente sostegno politico sullo sviluppo della farmacia dei servizi, le novità del retail hanno disorientato le grandi famiglie di imprenditori e hanno creato nei giovani collaboratori uno scollamento dal ruolo. Il 74% dei farmacisti intervistati è insoddisfatto della propria retribuzione. Due su tre esprimono la volontà di andarsene il prima possibile dall’attuale posto di lavoro.
L’Italia è un paese di ruoli sociali consolidati. Il farmacista in primis è l’emblema del primo soccorso orizzontale per la popolazione, come lo è allo stesso tempo, verticalmente, l’ottico per la visione. Ma ciò non basta per rendere le due professioni attraenti agli occhi dei giovani.
La farmacia è il concorrente più pericoloso dell’ottica nella relazione con la classe medica: ha tutte le caratteristiche, formative ed economiche, per vincere la partita della teleassistenza su cui si giocherà parte del futuro dei servizi di salute al pubblico. Dobbiamo comprendere i disagi del vecchio farmacista indipendente e quelli del giovane farmacista che lavora per un'insegna nazionale se vogliamo disegnare un’ottica d’avanguardia, convergente al mondo medico ma con l’abilità di essere accessibile e vicina al grande pubblico. In questo derby professionale l’ottica è certamente meno potente ma ha un grande vantaggio: ha già vissuto tali problematiche.
Nicola Di Lernia