Caradonna: da Wes Anderson alle visioni su misura, le ispirazioni dietro al restyling

Un ripensamento totale non solo degli spazi ma anche del nome e del payoff hanno interessato l’insegna di Modugno, in provincia di Bari, che il 5 maggio scorso ha inaugurato il centro ottico completamente rinnovato

Un progetto radicale, strettamente legato al passaggio generazionale, che nasce addirittura dalle idee portanti di MyPerception, iniziativa artistica e culturale incentrata sui cinque sensi, cui Nico Caradonna aveva dato avvio una decina di anni fa: è così che il professionista pugliese descrive il restyling completo cui è stato sottoposto ogni spazio del punto vendita di famiglia (nella foto), il quale si avvia, nel 2025, verso il trentennale della sua fondazione. «Quando sono entrato a lavorare nel centro ottico, la situazione era quella di un negozio ben posizionato dal punto di vista professionale grazie a un lavoro eccellente realizzato negli anni da mio padre Cosimo e mio fratello Alessandro, con un solido giro di clientela, ma questo era un po’ limitante per me: già allora volevo creare un luogo che potesse accogliere non solo chi era alla ricerca della soluzione per una propria necessità visiva, ma anche chi desiderava qualcos’altro - racconta Caradonna a b2eyes TODAY - Pian piano ho voluto sperimentare e sono nati gli eventi di MyPerception, con cui sono riuscito a coinvolgere persone che apprezzavano il fatto di entrare in un negozio di ottica e scoprire stimoli e suggestioni legate al mondo dell’arte. In dieci anni ho realizzato anche altre iniziative, sempre con una sfumatura artistica, ambito che si sposa con la percezione visiva, cavalcando l’onda: è quindi maturata in me la convinzione che mi ha portato oggi a un cambiamento così radicale».

Nell’arco di un decennio Caradonna si è messo metodicamente in cerca delle figure giuste che potessero aiutarlo a rendere concreto il progetto che aveva in mente, sino a che, alla fine del 2022, ha incontrato Noemi Morea e Graziana Carano, le due professioniste che si sono occupate della ristrutturazione. «A gennaio dell’anno scorso abbiamo iniziato a disegnare e siamo partiti con le ispirazioni: abbiamo adottato un metodo di realizzazione che si basava su sensazioni rispetto alla visione di alcuni oggetti, tessuti, colori e luoghi sparsi nel mondo - spiega ancora Caradonna - Un metodo efficace perché mi ha portato a tirare fuori ciò che avevo dentro. Ci siamo ispirati anche a un regista che amo particolarmente, Wes Anderson, guardando alcune scene e ambientazioni dei suoi film che poi ci hanno guidato nella personalizzazione del progetto stesso. Questo processo, dalle dinamiche a me sconosciute fino a quel momento e che ha fatto leva sulle sensazioni che volevo vivere nel contesto lavorativo, è durato sino a febbraio 2024».

È stato quindi generato un rendering del nuovo centro ottico Caradonna, che in corso d’opera è mutato e migliorato in molti dettagli, sino a che si è approdati al negozio come è oggi. Alcune parti però giungeranno a completamento intorno a luglio, come ad esempio l’atrio, sistemato in una logica di utilizzo più legato agli eventi. Il ripensamento degli spazi si è basato su uno studio dei bisogni espressi dalla clientela del punto vendita, informazioni emerse da un’analisi di mercato di tipo scientifico, ovvero un metodo che utilizza l’intelligenza artificiale per estrapolare dati molto precisi. Nasce da lì, ad esempio, la decisione di creare delle postazioni per la consulenza che potessero avere uno spazio tutelato di privacy, uno degli elementi emersi dall’analisi. L’obiettivo era quello di ridefinire una customer experience differenziante che rispondesse alle reali esigenze dei suoi clienti. Tra gli elementi di rottura rispetto al vecchio store, spicca anche l’assenza della vetrina intesa in modo tradizionale. «C’è una porta a vetri che ha consentito di trasformare il negozio stesso in una vetrina, all’interno della quale si viene a trovare chi entra, con tutta la cura posta nella ricerca stilistica dei mobili fatti realizzare su misura o di tutti quegli oggetti che fanno arredo pensati proprio in quest’ottica: una sorta di salotto di casa dove si possono osservare occhiali, manufatti curiosi e di design. Non è più un’area per esporre cose o pensieri, come facevo prima: è cambiato il modo di comunicare e anche il contesto in cui vado a mostrare un’idea. Le persone così entrano a far parte in maniera attiva di un luogo che esprime un concetto nuovo di ottica, sempre più empatica e moderna ma non distante dalla professionalità che resta sempre l’elemento fondante di Caradonna dal 1995».

Oltre al rinnovo del negozio, è stato effettuato anche un restyling del brand: non più Ottica Caradonna ma semplicemente Caradonna, il modo in cui il pubblico riconosce questo brand. Ed è cambiato anche il payoff, che prima era “Dedicata ai tuoi occhi” e oggi invece è “Visioni su misura”. «Siamo entrati sempre più nella sfera della personalizzazione: abbiamo cercato di includere in questa frase non solo la prima cosa che viene in mente, le “visioni” legate alla percezione attraverso le lac o gli occhiali, ma quelle che molto spesso rappresentano ciò che ci allarga l’orizzonte della conoscenza - dice il professionista - Il nostro centro ottico oggi si è trasformato in un luogo di scambio di idee, sensazioni e in generale appunto di visioni. A ottobre, ad esempio, ospiteremo la presentazione di un libro di Riccardo Scandellari, esperto di personal branding: non ha a che fare direttamente con la vista, ma con la visione globale della persona nell’ambito professionale. Questo è il tipo di approccio che offro ai clienti e a chi intorno a me è interessato alla scoperta di nuove visioni. E molti altri elementi e iniziative nel tempo renderanno il nostro centro identificabile e ben posizionato sul mercato, non più solo come ottico ma come tanto altro».

L’accoglienza della clientela che ha partecipato all’inaugurazione è stata entusiastica e molti hanno apprezzato i cambiamenti apportati, sottolineando come a Modugno mancasse un negozio così, che sembra quasi quello che si potrebbe trovare in una metropoli. «Gli effetti del rinnovo li potremo valutare su un arco temporale più lungo, almeno tra un anno, ma il flusso di lavoro è ripartito a pieno ritmo», conclude Caradonna.

N.T.

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