Brescia, primario di oculistica arrestato per truffa

Giovanni Mazzoli, dirigente dell’ospedale civile Vallecamonica a Esine, nella provincia bresciana, secondo l’accusa avrebbe chiesto a diversi pazienti denaro in cambio dell’inserimento privilegiato nelle liste di attesa per accedere a interventi chirurgici alla cataratta e redatto falsi certificati medici per dare la patente a persone senza requisiti

Giovanni Mazzoli è stato arrestato e attualmente si trova ai domiciliari con le accuse di truffa aggravata, peculato, falso in atto pubblico. Secondo le indagini avrebbe richiesto ad alcuni pazienti tra 500 e 700 euro per eludere i lunghi tempi di attesa gestiti dal Centro Unico di Prenotazione locale e avrebbe prodotto certificati medici, che si ipotizzano falsi, finalizzati al rinnovo di patenti di guida a favore di soggetti ai quali venivano riconosciuti dei requisiti fisici non posseduti.
«Per farti operare, se sei andato nel suo studio, ti fa pagare la tangente per saltare la coda, di solito sono 400 o 500 euro». È da questa intercettazione dell’ottobre 2022, riportata da corriere.it, tra un paziente e la moglie, controllati per un’altra inchiesta, che sono state avviate le indagini da parte dei carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Breno, coordinate dalla Procura della Repubblica di Brescia. In via preventiva all’oftalmologo sono stati sequestrati circa 186 mila euro dalla Guardia di Finanza di Brescia, che ha scoperto «una rilevante sproporzione tra il patrimonio riconducibile al medico arrestato e i redditi dichiarati», si legge sul sito del quotidiano. I carabinieri hanno anche sequestrato 400 mila euro circa. Il denaro è stato trovato a casa dell’oculista e in cassette di sicurezza.
A poche ore dall’arresto la Asst della Valcamonica ha diffuso una nota. «Sin da subito massima collaborazione con gli inquirenti, al fine di rendere disponibile tutta la documentazione e gli atti per poter chiarire fatti e responsabilità - si legge nel comunicato - L'Asst della Valcamonica, certa della correttezza del proprio operato, ha messo in atto le procedure interne di verifica e di controllo, ribadisce l'assoluta fiducia nell'attività investigativa e confida che il medico possa chiarire al più presto la propria posizione evidenziando che, sino a condanna definitiva, vige la presunzione di non colpevolezza».

(red.)

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