Bartoli: il futuro bisogna inventarlo, anche nell’ottica

Sarà questo il messaggio intorno al quale verterà l’intervento dello psicoterapeuta il 19 giugno al Progressive Business Forum di Firenze

«L’essere umano si è evoluto grazie al superamento dei propri limiti: basti pensare al progresso scientifico, alle metodiche psicologiche o di allenamento fisico. Se non vi fosse stata la spinta ad “andare oltre” tutto ciò non vi sarebbe stato - anticipa Stefano Bartoli (nella foto) a b2eyes TODAY - Coloro che abbracciano l’idea che è possibile migliorare, che sentono lo stimolo a cambiare certe dinamiche e che hanno come obiettivo la ricerca dell’eccellenza possono creare il futuro che hanno immaginato. Del resto, come diceva Alàn Kay (pioniere dell’informatica moderna, ndr), “il miglior modo per predire il futuro è inventarlo”. Questo è andare oltre sé stessi».

Bartoli, psicologo, è allievo di Giorgio Nardone, direttore operativo del Centro di Terapia Strategica di Arezzo: le sue conoscenze in questo ambito, ma anche di management, comunicazione strategica e business, unite alle tecniche di problem solving, lo hanno fatto diventare consulente di grandi aziende e multinazionali. Segue come coach, inoltre, imprenditori, atleti professionisti, artisti e influencer.

Perché la scelta di portare una figura di questo livello sul palco del Progressive Business Forum 2022? «Nell’ottica si perdono spesso importanti occasioni nella relazione con il cliente finale: il grande talento che sa esprimere questa categoria non viene quasi mai messo davanti a una prova che vada al di là della sua pur elevata professionalità - spiega al nostro quotidiano Nicola Di Lernia, che condurrà, insieme alla giornalista scientifica Michela Vuga, l’evento in programma il 19 giugno - Ma ora, dopo oltre due anni di pandemia, è giunto il momento di fare un salto di qualità: occorre tuttavia un aiuto e il metodo che ha elaborato Bartoli è utile sia a raggiungere risultati insperati sia a valorizzare la stessa professionalità dell’ottico optometrista. L’intervento sul palco del centro congressi della Camera di Commercio di Firenze, dunque, è paragonabile al fondamentale ruolo del mental coach nello sport di oggi».

(red.)

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