Acofis Milano, esami visivi per 60 detenuti

Il progetto solidale presso il carcere di Bollate, alle porte del capoluogo lombardo, è partito a fine giugno e coinvolge una ventina di ottici optometristi della territoriale di Federottica: si concluderà entro luglio con la fornitura, ove necessario, di un occhiale da vista completo a un costo sociale

«Si tratta della prima iniziativa di questo tipo a Milano e, da quanto ci risulta, in tutta Italia: a turno dedichiamo i lunedì a fare la refrazione ai sessanta detenuti che lavorano in una realtà all’avanguardia nella riabilitazione dei suoi ospiti, l’istituto penitenziario di Bollate (nella foto principale, un momento dell’attività), nell'hinterland a nord ovest della città. Basti pensare, infatti, che secondo i dati forniti dalla direzione, qui solo il 17% delle persone torna in carcere una volta uscito contro una media nazionale intorno al 75%». Così Gabriella Pagani, presidente di Federottica Milano Acofis, introduce “Vista e Occhi-Ali per la libertà” (nella foto sotto, l’immagine della locandina), l’iniziativa promossa dall’associazione, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Bee.4: finora costoro potevano esclusivamente farsi portare un occhiale preconfezionato dall’esterno e solo con lenti monofocali. «In questo modo, invece, dopo un controllo visivo completo, chi necessita di correzione può avere rapidamente montatura più lente, anche progressiva nel caso, grazie alla collaborazione di tre aziende partner, Centro Style, Tokai e Visionix, che hanno fornito i prodotti a costi esigui: essendo tutti dipendenti della cooperativa, ci è sembrato giusto far pagare loro il dispositivo finale, ma a un prezzo sociale - precisa Pagani - Infine, a quanti presentano potenziali rischi di una problematica che vada oltre i deficit visivi, suggeriamo una visita specialistica presso l’ambulatorio oculistico all’interno della casa circondariale».

               

La presidente di Federottica Milano Acofis è molto soddisfatta, non solo dei riscontri numerici dell’attività sinora svolta, ma anche per quanto riguarda i colleghi che vi hanno aderito. «Si tratta di un test, rivelatosi già positivo sulla trentina di soggetti sinora trattati: stiamo perciò valutando con la direzione di Bollate di estenderlo eventualmente anche ad altre tipologie di detenuti, che in totale sono circa 1.300 - conclude Pagani - Al termine di questa iniziativa, per rafforzare lo spirito di gruppo e sottolinearne ulteriormente le motivazioni, organizzeremo una cena presso il ristorante “InGalera”, proprio all’interno della struttura».

A.M.

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