Abuso della professione medica, condannato un ottico nel Veronese

Il decreto penale risale al 16 dicembre scorso: la sanzione è stata di 4.240 euro e l’imputato non ha fatto opposizione. Il caso rientra fra gli esposti della Soi alle procure italiane, partiti nel 2017

L’imputazione è l’articolo 348 del Codice Penale: esercizio abusivo di professione. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona ha ritenuto che il fatto contestato dal Pubblico ministero risulta provato dagli atti contenuti nel fascicolo: come riporta il dispositivo del Gip, l’ottico in questione, senza essere munito del titolo abilitativo necessario, ha ricevuto all’interno del suo negozio un cliente che riferiva di avere una familiarità per glaucoma e al quale misurava la pressione degli occhi. Il fatto risale al settembre 2022.

«Dal 2017 a oggi la Soi ha attivato 64 denunce in tutta Italia, ci sono state 36 archiviazioni, ci sono ancora 12 indagini in corso, 6 fascicoli con esecuzione di sequestro di attrezzatura, 5 processi in fase di svolgimento e 4 condanne che rappresentano un fatto storico e straordinario - commenta in un recente video Matteo Piovella (nella foto), presidente della Società Oftalmologica Italiana - Con questa condanna penale definitiva è stato sancito che effettuare la misurazione con il tonometro è un reato ascrivibile ad abuso della professione medica. Riteniamo positivo che tali condanne siano equamente distribuite su tutto il territorio nazionale, a dimostrazione che non esiste alcuna zona grigia sull’utilizzo del tonometro: è sempre e comunque illegittimo il suo uso al di fuori della professione medica. Per la prima volta, e solo per merito della Soi, si è stabilito cos’è atto medico oculistico e cosa non lo è: ma non tanto per difendere i medici, quanto soprattutto per difendere i pazienti».

Oltre ai quattro casi di condanne citati da Piovella, c’è una manciata di procedimenti penali ancora in corso nei confronti di ottici italiani, come conferma a b2eyes TODAY Riccardo Salomone, legale della Soi.

«Relativamente ai procedimenti conclusi in maniera negativa per gli ottici, almeno per quelli di cui siamo a conoscenza, possiamo dire che abbiamo perso laddove non si è deciso di combattere, accettando ad esempio un patteggiamento o rinunciando a presentare opposizione a un decreto penale di condanna - afferma al nostro quotidiano Andrea Afragoli, presidente di Federottica - Tuttavia, alla luce dei professionisti condannati e di quelli eventualmente condannabili, si può affermare che la montagna ha partorito il classico topolino».

A.M.

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