Anche l’ottica ai prossimi Oscar del cinema?

Il giovane regista italiano Filippo Meneghetti (nella foto) è stato candidato a rappresentare la Francia per la conquista della statuetta come Miglior Film Straniero 2021, con “Due”: è figlio di Gianni, scomparso poco meno di due anni fa, tra i fondatori del Coi prima e successivamente di Netcity

«Filippo appartiene a una storica famiglia di ottici di Abano Terme, l’Ottica Meneghetti in cui per molti decenni papà Gianni insieme a mamma Michela hanno brillantemente rappresentato con successo la professione e che ancora oggi, dopo la prematura scomparsa dello stesso Gianni, prosegue sotto la guida della figlia Ilaria e del marito Alberto - si legge in un comunicato di Netcity - Gianni si è sempre distinto quale attento innovatore nel dare valore alla propria attività e alla soddisfazione dei clienti: un’eredità intellettuale che oggi Filippo realizza in un campo completamente differente, ma che ha come comune denominatore l’attenzione al pubblico attraverso le emozioni che l’arte cinematografica riesce a donare».

La nota di Netcity ricorda anche come questa importante candidatura agli Oscar «renda omaggio a un’eccellenza italiana e porti con sé un pezzo del nostro mondo dell’ottica, di cui possiamo a ragione essere fieri».

Meneghetti, 40 anni, di Padova, ha messo in scena «una storia d’amore tra due donne mature, una coppia di attrici leggendarie, Barbara Sukowa e Martine Chevallier, dove il dramma si fonde a una certa suspense hitchcockiana – spiega ilfattoquotidiano.it - In una grande città del sud della Francia, Nina e Madeleine, vicine di casa nello stesso pianerottolo all’ultimo piano, si amano in segreto da decenni, ma nessuno compresi figli, inquilini del palazzo e il circondario ne ha mai saputo nulla. Così quando un evento imprevisto impedirà a Madeleine di pronunciare parole, sua figlia scoprirà il segreto mai confessato, ma sarà anche Nina a riconquistare il posto che “non aveva perso mai”».

Due è l’opera prima per il giovane regista italiano, dopo una serie di cortometraggi prodotti sempre in Francia e negli Stati Uniti, e sempre il sito del Fatto lo definisce «un talento registico nostrano che inspiegabilmente non ha trovato spazio nelle produzioni italiane».

(red.)

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