Irpinia, anche tre ottici colpiti dal terremoto di 40 anni fa

Il 23 novembre 1980 un terribile sisma provocò nella zona quasi tremila morti, novemila feriti e trecentomila sfollati

Ennio e Fernando Scauzillo gestivano il centro ottico di famiglia, con l’omonima insegna, nel cuore di Ariano Irpino, a una quarantina di chilometri dall’epicentro del terremoto del 1980. «Proprio di fronte a noi avevamo la cattedrale, il cui campanile cadde (nella foto, gentilmente concessa da Ennio Scauzillo) e provocò danni ingenti direttamente e indirettamente, con la piazza che si riempì subito di macerie, a pochi metri dal nostro negozio: la scossa fu notevole e i locali furono danneggiati, tanto da doverlo ricostruire ex novo per riaprirlo tre anni dopo - racconta Ennio a b2eyes TODAY - Proprio sotto il campanile crollato si trovava, invece, Ottica Grasso, di proprietà del collega Erminio Grasso: i danni che ebbe lo indussero dapprima a tenere chiuso per diversi mesi, poi a cambiare addirittura sede».

Scauzillo ricorda che a quei tempi non era abituale aprire centri ottici in piccole località: ecco perché il terremoto, che sconvolse l’Alta Irpinia, cioè la parte che si affaccia sulla Basilicata e sulla provincia di Salerno, non coinvolse fortunatamente un numero elevato di imprenditori ottici. «La terza realtà ad aver avuto conseguenze è stata Ottica Petrillo, che aveva un punto vendita a metà strada tra Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi, epicentro del sisma, e un altro nella stessa Sant’Angelo: il collega riscontrò danni enormi e fu costretto a chiudere – spiega ancora Scauzillo, che oggi prosegue l’attività nella zona commerciale di Ariano insieme ai figli, mentre i nipoti, dopo la morte di Fernando avvenuta alcuni anni fa, portano avanti quella del centro storico - Poi, successivamente al terremoto vero e proprio, è arrivato il secondo terremoto, quello del balletto e delle mancate risposte dei politici, durato appunto quarant’anni».

A.M.

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