Coronavirus, le aziende dell’ottica non si fermano

Dopo la comunicazione del rinvio di Mido 2020 a data da definirsi, la filiera produttiva ha comunque deciso di non sospendere le attività anche nelle regioni più colpite: smart working per i dipendenti provenienti dalle zone interessate dal focolaio e attualmente isolate, rafforzamento delle norme igieniche interne e messa a disposizione di disinfettanti sono tra i provvedimenti maggiormente adottati dalle multinazionali del settore

Da venerdì 21 febbraio il coronavirus si è diffuso sensibilmente anche in Italia, che ora risulta il terzo paese al mondo per numero di contagi. Con il posticipo di Mido 2020 e di tutte le iniziative collegate e collaterali all’evento le aziende del settore si stanno riorganizzando, dando la priorità alla sicurezza interna e dei propri lavoratori in un momento delicato per tutto il paese, senza sospendere le attività quotidiane e garantire comunque il servizio ai propri clienti.

Le grandi multinazionali dell’eyewear hanno adottato subito alcuni provvedimenti. Ad esempio, per la sede padovana, Safilo sta seguendo le disposizioni della Regione Veneto e per il personale residente nelle zone strettamente interessate dal virus, Vo’ Euganeo, Mira, Dolo e Mirano, è stato indicato lo smart working, promosso pure per lo showroom di Milano del gruppo.

Anche i big player dell’oftalmica con sede in Lombardia si sono prontamente attivate per valutare la situazione e le eventuali disposizioni da impiegare. «Alla luce della situazione che si sta delineando in Lombardia conseguente alla diffusione del Coronavirus nella Regione, il Gruppo Essilor è pienamente allineato alle disposizioni emesse dalle autorità - spiega in un comunicato Alessandra Barzaghi, Essilor Corporate PR Director Italy - Il nostro obiettivo è tutelare la salute di tutti i dipendenti e, al contempo, garantire un servizio efficace a tutti i nostri clienti partner, nel pieno rispetto delle disposizioni dell’autorità. Nei prossimi 15 giorni verranno sospesi tutti gli spostamenti in aereo e in treno, nazionali e internazionali, ridotti al minimo gli spostamenti intercompany a favore di strumenti di meeting digitali o telefonici. Massima è la disponibilità nel facilitare la gestione familiare dei dipendenti che, a causa del provvedimento di chiusura delle scuole, si trovano in difficoltà. Adotteremo misure di smart working o altre soluzioni dettate dal caso specifico».

Hoya Italia ha inviato domenica un questionario ai dipendenti della sede di Garbagnate Milanese: si tratta di un format interno internazionale, elaborato dalla sede giapponese del gruppo, che, in questa particolare situazione e nel rispetto della privacy, aveva l’obiettivo di chiedere se i lavoratori avevano avuto contatti, anche indiretti, con la Cina o con persone residenti nelle aree italiane colpite dal virus, con il fine di individuarle e comunicare loro la disposizione di lavorare da casa. Inoltre Hoya Italia ha messo a disposizione dei propri dipendenti, già da una settimana, materiale igienizzante e sta valutando, insieme all’ufficio del personale, ulteriori precauzioni e provvedimenti.

Rodenstock Italia ha attivato i protocolli che le policy aziendali prevedono per situazioni di emergenza in generale. «Nello specifico caso del Covid-19, che rappresenta una situazione di rischio epidemiologico particolare, sono state adottate fin dalla loro emanazione le indicazioni diramate dalle pubbliche autorità, tra cui il rispetto delle norme contenute nel decalogo del ministero della Sanità, che sono state portate a conoscenza di tutti i collaboratori e dipendenti dell’azienda», si legge in una nota della società oftalmica con sede a Rozzano, nell’hinterland milanese, che, a tutela di tutti i membri dell’azienda, ha anche messo a disposizione presidi igienico sanitari volti a incrementare ulteriormente la prevenzione contro l’eventuale trasmissione del virus. «Inoltre, sempre osservando le indicazioni delle pubbliche autorità e nello specifico dei comuni di Milano, Rozzano e della regione Lombardia, abbiamo ritenuto opportuno evitare tutte le riunioni e gli incontri che prevedono la partecipazione simultanea di più persone, come per esempio presentazioni, eventi e incontri che coinvolgano personale interno, esterno e ospiti sia presso la nostra sede sia presso location esterne - aggiunge il comunicato - Sempre nel pieno rispetto delle norme relative alla privacy e seguendo le disposizioni delle autorità, abbiamo invitato tutti i dipendenti e collaboratori a segnalare alla direzione del personale eventuali esposizioni a situazioni di rischio quali, ad esempio, residenza nei comuni soggetti a particolari restrizioni della mobilità, o a situazioni di contatto avvenuto con persone delle suddette zone, come anche persone attualmente sotto controllo sanitario». Il personale è stato, inoltre, invitato ad astenersi dal lavoro in caso di sintomi influenzali. Quanto all’ipotesi del telelavoro, la nota sottolinea come per il momento non sia stata riscontrata la necessità di ricorrere a tali procedure, ma che «i protocolli aziendali prevedono già possibilità di home working/smart working per determinate funzioni: le specifiche azioni previste in caso di situazioni di emergenza non relative in particolare alla situazione contingente del Covid-19 prevedono attività di lavoro delocalizzato, volte a garantire la continuità delle attività sia di determinati reparti sia aziendale nel suo complesso».

Sul piano dell’associazionismo, il livello di attenzione e sostegno alle aziende in generale è elevato. Assolombarda, ad esempio, non solo ha aperto una sezione del proprio sito che contiene una raccolta delle informazioni messe a disposizione dalle competenti autorità a livello sia nazionale sia internazionale, per gli opportuni aggiornamenti in tema di coronavirus, ma ha anche attivato una task force con l’intento di fornire informazioni e supporto alle imprese, con specifici numeri di contatto dedicati. «In conformità con le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie, forniamo qualche suggerimento operativo alle imprese associate del nostro territorio che hanno manifestato l’esigenza di rafforzare le proprie procedure di prevenzione in relazione al contenimento di eventuale diffusione del coronavirus. Alcune best practice attivate da imprese possono fornire preziose indicazioni di prudenza», si legge, inoltre, sull’aggiornamento pubblicato il 23 febbraio, che riporta alcune indicazioni utili sulle possibili misure da mettere in atto nelle due settimane successive.

(red.)

Corporate