L’imprenditore di Ragusa, che alla fine del 2016 ha completamente rinnovato il proprio centro ottico (nella foto), ripercorre la sua storia “d’amore” con l’eyewear di avanguardia, nata all’alba del nuovo millennio
«Il nostro rapporto con gli occhiali di ricerca inizia circa vent’anni fa, intorno al Duemila, quasi agli albori della distribuzione in Italia dei marchi cosiddetti di design: siamo sempre stati molto attenti alle novità, a quei tempi si viaggiava un po’ meno per le fiere, era più radicata la figura dell’agente che veniva a proporci tutto ed è stato così che abbiamo inserito i primi nomi di avanguardia, Theo e Anne & Valentin ad esempio – afferma a b2eyes TODAY Giorgio Spoto, quarta generazione di una famiglia siciliana di ottici - Noi che siamo cresciuti a “pane e occhiali” ci siamo sempre emozionati e stupiti di fronte a oggetti che fanno la differenza, che inducono a pensare ad altro e che aprono nuove frontiere rispetto al semplice indossare un occhiale da vista o da sole. Ricordo ancora le valigie con questi occhiali dalle forme stranissime e dai colori mai visti, e noi che circolavamo stupiti all’interno del negozio, emozionati e contenti che potesse esistere qualcosa di diverso dal solito, così da aprirci la mente».
Utilizzate DaTE come evento per cercare e acquistare questo tipo di occhiali? «Assolutamente sì, DaTE è nato con questo preciso intento, anche se la maggior parte degli espositori è già conosciuta da noi - sottolinea Spoto - Non ho partecipato per ragioni organizzative all’ultima edizione, ma quasi certamente andremo a Firenze il prossimo settembre: si tratta di un evento molto utile per confrontarsi con questo segmento di mercato, l’importante è che non assuma un carattere troppo commerciale».
L’imprenditore ottico è convinto che nel suo negozio di Ragusa, attivo da sessant’anni, gli occhiali di avanguardia «saranno sempre presenti, perché siamo costantemente alla ricerca delle novità e soprattutto del bello - conclude Spoto - Alla luce dell’esperienza di questi vent’anni rimangono importanti ed è affascinante proporli e riuscire a venderli. Tuttavia la parte optometrica del nostro centro ricopre un ruolo fondamentale e, visto il posizionamento in una località di provincia, non possiamo fare affidamento solo sui modelli più ricercati: i marchi commerciali hanno ancora una certa importanza, quello che si vende maggiormente è il prodotto semplice, funzionale, ben fatto e ben assistito. Non potremmo, quindi, permetterci di sbilanciarci troppo sul design spinto, ma abbiamo e avremo sempre qualcosa di diverso all’interno del nostro centro ottico».
A.M.