Il provvedimento del giugno 2016 è stato uno degli argomenti trattati al convegno del 16 e 17 marzo scorso al De Amicis di Roma
«Questa ordinanza non dovrebbe favorire nessuno: se lo fa, è perché viene interpretata male». Così Paolo Traù (nella foto), docente presso l’Ipsia Benelli di Pesaro e uno dei fautori delle scuole statali di ottica in rete, sintetizza a b2eyes TODAY quanto emerso all’evento romano in merito alla norma che nel settore ha prodotto forti reazioni e vibranti polemiche. «Dal confronto scaturito al secondo convegno delle scuole in rete è emerso come alcuni punti dell’ordinanza Giannini debbano essere chiariti – dice ancora Traù – Ad esempio la mancanza di un insegnante di ottica nella commissione esaminatrice, che appare un’incongruità. Ma anche l’assoluta necessità di verificare la congruità del tempo lavorativo praticato rispetto al percorso formativo tradizionale per diventare ottico, così da rendere l’iter dei privatisti che si presentano all’esame di abilitazione molto più consono a quello svolto da coloro che frequentano le scuole statali o regionali di ottica». Importante, in tal senso, è stata la presenza di Andrea Afragoli al meeting di Roma, già attivo, in qualità di presidente di Federottica, al tavolo che si è riunito agli inizi del dicembre scorso a Bologna per affrontare la questione e che ha prodotto un documento congiunto tra associazioni sindacali e scientifiche e le principali scuole professionali, inviato ai ministeri competenti. «A Roma forse per la prima volta le scuole si sono potute confrontare con il presidente della maggiore associazione nazionale della categoria - sottolinea Traù – Ad Afragoli abbiamo chiesto di appoggiare le nostre “mozioni” all’ordinanza Giannini, con l’obiettivo di evitare pericolose fratture nel sistema scolastico del nostro settore».
Al secondo convegno delle scuole di ottica in rete erano presenti circa quaranta strutture scolastiche statali su un totale di cinquantadue, per un centinaio complessivo di esponenti, tra insegnanti e tecnici, una quarantina dei quali provenienti dal Lazio.
A.M.