Parthenope è Napoli

Il nuovo film di Paolo Sorrentino è un manifesto di vita: l’amore si mescola alla rabbia, l’abbandono s’intreccia con il ritorno. Il percorso assomiglia al forte sentimento verso l’ottica che verrà portato sul palco del Forum Presbiopia, per l’appunto nel capoluogo campano, il 17 e 18 novembre

Ettore Scola soleva dire che “il cinema è uno specchio dipinto”. Una verità filtrata dai sentimenti: probabilmente un evento come il Forum Presbiopia riflette questa massima. Mette in scena la cruda verità, quella che normalmente è invece offuscata dalle autocelebrazioni tanto di moda sui social e talvolta sui palchi. Se abbiamo tutti vinto la sfida di un segmento, quello della presbiopia, cresciuto a un livello adeguato all’Europa, anche grazie alla novità del supporto accomodativo, dobbiamo riflettere su cosa ancora manca, in sostanza sulla successiva sfida. E al Forum 2024 di sfide aperte ce ne saranno parecchie. Al mercato manca il volume, la spinta numerica. All’ottica la totale sinergia con la classe medica, non solo l’oculista per intenderci. Al cliente medio il potere d’acquisto di una volta. A tutti manca una mentalità vincente sul valore della vista che potrebbe ridurre drasticamente, appunto, tali carenze. Per questo il Forum 2024 si rivolge soprattutto al processo di contaminazione continua tra ottica e oftalmologia. Per questo ci siamo posti la domanda: dove sta andando l’ottica, e in particolare l’ottico? Non sono domande facili e probabilmente molte avranno risposte parziali, ma è importante farsele. Ora e tutti insieme: professionisti della vista, della visione, imprese ed esperti.

Parafrasando l’invettiva che lo stesso Sorrentino nel suo film Parthenope dedica alla pur amata Napoli, a volte occorre scuotere le persone perché riflettano sul loro presente in prospettiva del futuro. Un mercato che cresce a valore e non a volume è un mercato in perdita: questa è la cruda verità filtrata dall’aumento del valore medio di una busta, conseguenza di lenti più performanti e occhiali più belli, ma soprattutto più costosi. Un effetto placebo che ci fa credere che tutto funzioni perfettamente, senza domandarci veramente cosa sarebbe il meglio per la categoria. Possiamo andare avanti a lungo così? Da soli, disuniti, senza l’aiuto della politica, della classe medica, dei media? Con una categoria divisa tra catene, indipendenti, commercianti, professionisti, ultra-professionisti?

Diamoci per una volta un obiettivo comune, che possa risolvere la criticità del momento. Democratizziamo l’ottica: facciamo in modo che sia accessibile a tutti e che tutti abbiano la giusta sensibilità al tema. Usciamo dal guscio e mettiamoci a parlare alla gente, a tutti gli attori della salute. Se verrete a Napoli, oltre all’aria del suo golfo, respirerete un’aria nuova che arriva da quel palco. Un’aria di sfida, ma anche di partecipazione.

Nicola Di Lernia

 

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