Farmacie e poliambulatori: servirebbe la livella?

Gli attori della sanità del futuro stanno prendendo posizione davanti alla porta come quando si effettua un calcio d’angolo a pochi secondi dalla fine. Chi segnerà? Chi resterà a terra? Chi si lamenterà di un fallo non fischiato?

Sapete cos’è l’Uap? In pochi lo sapevano fino al 27 giugno, giorno in cui l’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata ha indetto una conferenza stampa a Roma per protestare di un possibile “fallo” ricevuto dalle farmacie dei servizi. In Italia vi sono circa 95 mila poliambulatori, in netta maggioranza rispetto alle 20 mila farmacie, i quali fino a oggi hanno sostituito in parte il servizio pubblico sanitario. In alcuni casi quasi alla pari dei costi, in altri tagliando le file a chi poteva spendere qualcosa di più. Il Ddl Semplificazioni di fine marzo ora prevede per le farmacie un’estensione di competenze che si intrecciano con quelle degli ambulatori. La cosa succedeva già, con esami come il colesterolo, ad esempio, ma il fenomeno probabilmente sta dilagando. Domani invece, secondo le direttive del governo, la farmacia diventerà un passaggio essenziale per chi non può o non vuole andare dal medico di base, così da avere una prima valutazione per poi rivolgersi a uno specialista. A detta dell’Uap le strutture ambulatoriali private rispondono ai 420 requisiti richiesti dal ministero della Salute e al loro interno operano medici specialisti a garanzia delle diagnosi dichiarate al paziente. Le domande ancora senza risposta su cui si interroga l’associazione sono diverse. Con quale spirito e quali procedure future i cittadini saranno tutelati? Quali motivi verranno addotti per far sì che le farmacie possano esercitare attività mediche in deroga alle normative vigenti? E, infine, come possono le farmacie, prive di autorizzazioni regionali e requisiti, togliere ai 95 mila laboratori presenti sul territorio una fetta di esami convenzionati senza rilasciare una diagnosi certa dell'esame eseguito, cui peraltro viene riconosciuto un maggior rimborso rispetto a quanto attribuito agli ospedali pubblici e ai laboratori e poliambulatori convenzionati?

Le domande senza risposta, dunque, non sono patrimonio esclusivo del mondo dell’ottica. Realtà convergenti che condividono lo stesso utente non riescono ancora a trovare un fil rouge ideale per disegnare insieme un futuro più intelligente di quello dell’intelligenza artificiale. Ognuno cerca di essere il parente ricco e fortunato rispetto a quello povero e inferiore di rango. Servirebbe per tutti la livella descritta dal grande Totò. Se sostituiamo la morte, protagonista della poesia, con il rispetto, in particolare quello verso l’utente finale, potremmo sostituirci al genio del grande Principe De’ Curtis con una chiusura del tipo: noi siamo seri, apparteniamo alla sanità.

Nicola Di Lernia

Professione