Scuole in Rete: come rendere più attraente la figura dell’ottico

Se n’è discusso all’ultimo convegno del network che rappresenta la quasi totalità degli istituti statali del settore: al centro del dibattito soprattutto il problema dell’orientamento per i giovani, indirizzati a questo tipo di percorso formativo in misura marginale rispetto alla domanda di professionisti qualificati

«Oggi purtroppo la maggior parte degli istituti secondari superiori con corsi di ottica sforna un numero di diplomati non sufficiente alle richieste del mercato: un fenomeno difficile da spiegare, alla luce soprattutto delle molteplici prospettive professionali che questo iter di studi è in grado di offrire». Così il presidente Giuseppe Saija sintetizza a b2eyes TODAY uno dei principali temi affrontati al settimo convegno di Scuole di Ottica in Rete, svoltosi alla metà dello scorso aprile a Roma, presso il ministero dell’Istruzione e del Merito: oggi il network dà voce a quasi cinquanta strutture formative sull’intero territorio nazionale su un totale di una sessantina di realtà.

«L’esperta del settore Alessandra Salimbene, intervenuta al nostro evento, ci ha sorpresi ed entusiasmati con uno slogan chiaro e provocatorio al tempo stesso: fare l’ottico è sexy. Un messaggio deliberatamente forte per rappresentare come la comunicazione istituzionale dovrebbe iniziare a parlare un linguaggio più vicino soprattutto ai giovani e a creare un’allure più seduttiva e accattivante, facendo comprendere quanto scegliere questa professione possa essere gratificante e soddisfacente sotto diversi punti di vista: sexy non ha una connotazione letterale, ovviamente, ma indica la desiderabilità di una posizione che ha rilevanza professionale e responsabilità sociale, nonché un ottimo potenziale economico - sottolinea ancora Saija - Per convincere a intraprendere questa strada non solo i ragazzi, ma anche i loro genitori, che spesso sono i veri decisori del futuro scolastico dei propri figli, bisogna perciò puntare su tutti i canali di comunicazione, social in primis. Dobbiamo inoltre fare in modo che le professionali non vengano viste come scuole di serie B: non è affatto vero, nelle nostre strutture si fa attività di laboratorio e si può pure sostenere il successivo esame di abilitazione in ottica».

Un’altra opportunità per rendere maggiormente consapevoli le famiglie della validità anche sociale dell’ottico optometrista è incrementare il numero di iniziative sul territorio a vantaggio della popolazione. «Penso ai dépistage visivi o a progetti come gli occhiali solidali per persone in difficoltà economica, con il supporto delle associazioni locali di categoria e di quelle assistenziali», ricorda il professionista siciliano.

Al convegno 2024 di Scuole di Ottica in Rete sono intervenuti, tra gli altri, il presidente di Federottica, Andrea Afragoli (nella foto principale, a sinistra, con Saija e Stefano Bellino, vicepresidente della Rete) che ha ribadito il valore di questa professione, il docente Luigi Lupelli, che ha ripercorso quasi mezzo secolo di attività delle scuole statali in ottica, e due esponenti del mondo accademico, Monica De Seta e Luciana Di Gaspare, che hanno illustrato lo stato dell’arte del corso di laurea in Ottica e Optometria e avviato un tavolo di confronto con la realtà dell’istruzione secondaria superiore. «Abbiamo affrontato altri temi rilevanti per il nostro mondo: come cambieranno le procedure relative agli esami di Stato, il rinnovamento delle unità didattiche di apprendimento e come migliorare gli esami di abilitazione, attraverso, ad esempio, la proposta di schede di esame e griglie di valutazione unanimi per tutte le scuole italiane - conclude Saija - Abbiamo anche ricordato l’importanza dell’online per quanto riguarda i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, sperimentata con successo pure quest’anno sulla piattaforma digitale di Fabiano Gruppo Editoriale: chiediamo inoltre supporto a Federottica per colmare le lacune che possono presentarsi per la ex-Alternanza scuola lavoro non tanto nelle grandi città, ma soprattutto nelle località più decentrate, come quelle montane ad esempio, dove è più difficile fare tirocinio. Infine ci siamo confrontati con Enrico Baccaglini del Plana di Torino, capofila della rete Lean Ottici, per accompagnare le nostre realtà aderenti lungo il percorso di adeguamento imposto dalla riforma delle competenze scolastiche con il Decreto Interministeriale 92 del 2018».

Il presidente di Scuole di Ottica in Rete ha infine dato appuntamento a settembre: entro quel periodo il network conta di avviare nuove iniziative più strutturate, in particolare per rispondere alle difficoltà legate all’orientamento scolastico (nella foto sopra, da sinistra: Saija, Carmela Palumbo, capo dipartimento per il sistema educativo di Istruzione e formazione del ministero, Bellino e Marco Paoli di Lean Ottici e del direttivo di Scuole di Ottica in Rete).

A.M.

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