Addio a Lumbroso, il Piero Angela dell’oculistica

Specialista delle malattie della retina e dell’imaging oculare, è mancato l’11 settembre a 97 anni: è stato per quasi tre decenni primario dell’Ospedale Oftalmico di Roma e insignito di vari premi per i suoi sforzi nella ricerca clinica italiana, tra cui la Medaglia d’Oro Maestri dell’Oftalmologia nel 2003 dalla Soi

Bruno Lumbroso (nelle foto) crebbe a Tunisi, dove frequentò il liceo francese e completò poi gli studi presso la facoltà di Medicina di Parigi. «Bruno ricordava con orgoglio la frequenza come interno del servizio di neuro-oftalmologia all’Ospedale della Salpetriere. Successivamente, trasferitosi a Roma, fu tra gli allievi di Giambattista Bietti, conseguì la seconda laurea in Medicina, la specializzazione in oculistica e la libera docenza - racconta in una nota il collega Paolo Lanzetta - Degli anni in Tunisia, allora protettorato francese, sottolineava le relazioni amichevoli e fruttuose tra genti di tutte le origini e religioni senza discriminazioni e violenze: credo che questo clima abbia molto influito sul suo carattere cordiale e solare che tutti noi abbiamo conosciuto e apprezzato. Lumbroso è sempre stato un cittadino del mondo, aperto e accogliente con tutti i suoi molteplici interlocutori: ancora in giovane età la curiosità e l’amore per la professione che aveva scelto lo portarono all’Università della California per una fellowship sulla retina e negli Stati Uniti coltivò amicizie che sono poi durate per tutta la vita. Ha inoltre svolto attività di volontariato presso ospedali in Africa e in Brasile».

In Italia la carriera professionale di Lumbroso si sviluppò all’ospedale Oftalmico di Roma, dove ha ricoperto varie posizioni, fino a diventarne primario dal 1973 al 1999 e direttore scientifico dal 1996. «Anche grazie all’incontro con Rosario Brancato, allora a Firenze, si infervorò per argomenti all’epoca innovativi, quali l’angiografia retinica e la terapia laser della retina: fu tra i primi in Italia ad acquisire un fotocoagulatore laser assieme appunto a Brancato e a Giuseppe Carella - prosegue Lanzetta - Continuò poi nella sua attività pionieristica diventando un esperto internazionale di Optical coherence tomography, tecnologia che ha contribuito ad affinare e sviluppare. Avevo da poco scelto di voler essere un oculista quando, ancora studente di medicina e interno presso la Clinica oculistica dell’ospedale San Raffaele di Milano diretta da Brancato, iniziai a frequentare i corsi di aggiornamento organizzati da Lumbroso, Gabriel Coscas e lo stesso Brancato. Lì conobbi per la prima volta Lumbroso, cui iniziai timidamente a rivolgere la parola. Mi colpì la sua attenzione ai giovani ai quali voleva trasmettere l’entusiasmo per un lavoro che adorava. Credo di non sbagliarmi nell’affermare che quei corsi siano stati frequentati, vuoi come discenti vuoi come relatori, da migliaia di oculisti, non solo Italiani ma anche da tanti colleghi provenienti da paesi ove Bruno si era fatto conoscere e amare per le sue doti divulgative e umane e come costruttore di pace tra i diversi popoli. Tutti siamo passati da lì e mi permetto di affermare che Lumbroso sia stato il Piero Angela dell’oftalmologia».

In tempi recenti Lumbroso si è dedicato allo studio dell’Optical coherence tomography angiography, «diventando insieme ai suoi collaboratori uno dei maggiori esperti mondiali di questa tecnologia e vivendo una vera e propria seconda giovinezza professionale, testimoniata dalla pubblicazione di articoli e testi citati da tutta la nostra comunità scientifica - conclude Lanzetta - Bruno manca a tutti quanti l’hanno conosciuto apprezzandone le doti umane, la pacatezza, la propensione non solo alla divulgazione ma anche all’ascolto, la dedizione allo studio, la capacità di comprendere con largo anticipo le strade della medicina e dell’oculistica moderna».

Lumbroso è stato anche autore di molti manuali e trattati tradotti in varie lingue sulla fluorangiografia, l’angiografia al verde di indocianina, la microperimetria, la riabilitazione dell’ipovisione, la terapia delle maculopatie, l’OCT, l’OCT “en face” e l’OCT-A. Alcune di queste pubblicazioni le ha realizzate con l’editore di b2eyes ed EyeSee, per la quale ha scritto articoli e confezionato interviste video.

«Tutti gli oculisti italiani, ma anche europei e non, hanno partecipato almeno una volta a uno dei tantissimi e affollatissimi Congressi del professor Bruno Lumbroso, negli ultimi 40 anni. Avevamo tutti la voglia di imparare, eseguire e leggere una fluorangiografia, un’indocianina, effettuare trattamenti laser e poi, di recente, l’OCT e l’Angio OCT». Così il collega Vittorio Picardo ricorda a b2eyes TODAY ed EyeSee l’oftalmologo appena scomparso, che «insieme a Rosario Brancato e Gabriel Coscas ha insegnato e fatto appassionare gli oculisti italiani alle patologie della retina, campo di studio ampio e legato a quadri sistemici che bisognava, quindi, conoscere e saper gestire. In tutti questi anni si faceva la fila per ottenere l’iscrizione al suo Congresso, cercando almeno sei mesi prima di assicurarsela e non mancare a questi eventi che hanno sempre cavalcato il rigore scientifico, la tempestività nell’informazione e l’aggiornamento professionale più completo». Lumbroso aveva prodotto anche alcuni testi, «tra cui ricordo molto bene uno sul “Pronto soccorso in oculistica”, a testimonianza delle varie fasi della carriera che, dopo il suo arrivo in Italia e a Roma, lo videro in pochi anni diventare primario dell’Ospedale Oftalmico della Capitale - dice ancora Picardo - Le sue qualità professionali e il suo garbo si notavano ancor di più quando, passeggiando per le sale dei meeting da lui organizzati, lo potevi fermare e chiedergli un consiglio o un aiuto che puntualmente arrivava, iniziando con le parole “Caro collega, vedi...”. La sua padronanza del francese e la sua formazione gli consentirono, inoltre, di avere numerosissimi ospiti e relatori da tutta la Francia, ma anche dai paesi francofoni del nord Africa e più di recente da tutto il mondo: l’apice di questo dinamismo scientifico, professionale e organizzativo fu la creazione, alla fine degli anni 80, della Società Oftalmologica Mediterranea».

«Gli innumerevoli meriti di Lumbroso sono ben conosciuti a tutti noi, ma oltre a tutto questo, nel mio ricordo e nel mio cuore, resta anche la sua innata signorilità, che nasceva con un sorriso, una mano tesa e uno scintillio luminoso dei suoi occhi e che, per un momento, ti faceva veramente credere di essere un collega, pur nella abissale differenza di valore. Così rimarrà nella mia memoria», conclude Picardo.
(red.)

Professione