Sol: quale futuro per l’oftalmologia?

Il 75° Congresso della Società Oftalmologica Lombarda (nella foto, la locandina) si è tenuto l’11 e il 12 dicembre in modalità di videoconferenza: 625 delegati hanno seguito le relazioni, incentrate sulle opportunità offerte in ambito oculistico dall’innovazione e dalla tecnologia per affrontare la delicata situazione contingente e le prossime sfide professionali

Il congresso annuale della Sol ha l’obiettivo di riunire e informare gli oculisti lombardi sugli argomenti di maggiore interesse e attualità: “Oftalmologia: uno sguardo sul futuro” era il titolo di quest’anno. «Tutte le presentazioni hanno riguardato gli aspetti futuri della nostra professione, dalla diagnostica alla terapia medica fino a quella chirurgica – spiega in una nota Luca Rossetti, presidente dell’associazione – In tema di diagnostica innovativa si è parlato soprattutto di Oct, tecnologia già fondamentale per ottenere immagini con elevata risoluzione sia del segmento anteriore sia della retina: nuovi strumenti ci permetteranno in un futuro molto prossimo di disporre di immagini di qualità e definizione ancora migliori e capaci di esplorare tutti i distretti oculari. Questa tecnologia sempre di più ci aiuterà anche nella chirurgia dell’occhio, consentendoci di eseguire interventi più precisi e sicuri».

All’evento digitale si è discusso anche di telemedicina e di intelligenza artificiale. «Non sono argomenti soltanto “di moda”, ma anche con applicazioni pratiche già evidenti in oculistica – aggiunge Rossetti - La diagnostica da remoto per alcune condizioni oculari è tuttora a portata di mano ed è facile prevedere quanto grande possa diventare lo sviluppo di questo settore: potremo continuare a svolgere la nostra professione anche con il paziente a distanza e periodi di difficoltà come quello che stiamo vivendo ci fanno capire che a certi traguardi bisogna arrivare molto presto».

Il numero uno della Sol ricorda inoltre che la classe medica potrà beneficiare di vie di somministrazione di farmaci differenti dalle attuali, grazie soprattutto alla nanotecnologia, con prodotti più efficaci anche a basso dosaggio, dall’azione più duratura e con una minore necessità di compliance da parte dei pazienti. «La terapia chirurgica sarà sempre meno invasiva, più sicura e di rapida esecuzione, la chirurgia robotica ci aiuterà progressivamente anche se, almeno a oggi, sembra proprio che il ruolo dell’operatore umano si mantenga come elemento sostanziale: le macchine però ci assisteranno sempre di più e non è fantascienza parlare di chirurgie effettuate a distanza mediante tecnologia 5G», conclude Rossetti.

(red.)

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