Martedì scorso, presso l’Istituto dei Ciechi a Milano, l’insegna di proprietà di Luxottica ha proiettato in anteprima lo spot Gli occhi dicono tutto, diretto da Federico Brugia, che verrà lanciato ufficialmente oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Vista, e fatto sperimentare il percorso sensoriale Dialogo nel buio & Cafénoir
Potrebbe sembrare una stonatura o, detto con eleganza, un ossimoro presentare la campagna di un brand di occhiali all’Istituto dei Ciechi. E invece non lo è nel caso del lancio del video Salmoiraghi & Viganò per la Giornata Mondiale della Vista. Non a caso s’intitola Gli occhi dicono tutto e in pochi minuti, partendo da frasi fatte e modi di dire pronunciate da una voce fuori campo, racconta per immagini l’importanza della vista e, quindi, di come sia fondamentale preservarla e proteggerla. Diretto da Federico Brugia, con le musiche al pianoforte di Matteo Milleri di Tale of Us, è un’operina poetica dove i personaggi sono molti, diversi, non straordinari, ripresi nelle emozioni della quotidianità come potremmo essere tutti. Dal più semplice, ma pieno di significati, guardarsi negli occhi al più commuovente luce dei miei occhi o agli occhi negli occhi degli innamorati, fino allo struggente non avere che gli occhi per piangere della ragazza incinta. Ma c’è anche l’ironia, che ti fa sorridere del bambino chiamato quattrocchi o del notevole seno di una ragazza che spinge a rifarsi gli occhi.
«Con questo progetto sono sicuro che riusciremo a parlare sia agli occhi sia al cuore della gente», ha commentato Leonardo Maria Del Vecchio, head of retail Italia di Luxottica. E sicuramente il messaggio verrà recepito. Come è stato recepito con grande emozione a quanti hanno partecipato, prima della proiezione del video, a Dialogo nel buio, il percorso-mostra che l’Istituto dei Ciechi di Milano propone a scuole, famiglie, artisti o chiunque «sia interessato a scoprire il valore dei propri sensi». Accompagnati da un non vedente si cammina fra alberi, cespugli, siepi per toccarne le foglie e sentirne il profumo, tra il cinguettio degli uccelli. Le grida dei gabbiani diventano la colonna sonora in un piccolo porto da dove si sale su una barchetta, navigando con il vento nei capelli, lo sciabordio delle onde, non coperto dal rumore del motore. Non così forte, come nel traffico cittadino, dove si arriva dopo essere entrati in una casa e toccato i quadri alle pareti, i mobili, gli oggetti. Qui si è frastornati da auto, furgoncini, moto, semafori che segnalano ai non vedenti quando si può attraversare e anche un mercato di frutta e merci varie, dove voci di uomini e donne invitano a provare la loro mercanzia. Ultima tappa l’aperitivo per acuire il senso finora trascurato del gusto, seduti intorno al tavolo, dove la chiacchera diventa l’accompagnamento musicale (nella foto, da sinistra, Brugia e Del Vecchio).
Luisa Espanet