Non ci resta che una “visione” positiva

L’anno passato e i primi mesi di quello in corso ci hanno insegnato che certezze e convinzioni sono lì per vacillare. Si è dovuto, per cause di forza maggiore, rinunciare ripetutamente a vari eventi, ma soprattutto a Mido: ora ci si dà appuntamento in presenza il prossimo febbraio, facendo ricorso a tutto l’ottimismo possibile

“Confusione la tua mente / quando ama completamente, sì / con le sue percezioni / mette a punto le mie inclinazioni perché / io ti chiedo ancora la tua bocca ancora / le tue mani ancora sul mio collo ancora / di restare ancora / consumarmi ancora / perché ti amo ancora, ancora, ancora, ancora...”.

Nella storia della musica italiana molte sono state le canzoni censurate dalla Rai per i testi considerati sconvenienti e a farne le spese sono stati De Andrè, Guccini, Morandi, Cocciante, per fare solo alcuni nomi. Ma c’è stato anche il caso Mina: la sua ultima apparizione in televisione alla trasmissione Mille e una luce del 1978 è stata spezzata dal regista in discutibili effetti multiscreen per censurare un’esibizione giudicata troppo sensuale mentre cantava Ancora ancora ancora, parole di Cristiano Malgioglio.

Lunedì pomeriggio il presidente di Mido, Giovanni Vitaloni, ha annunciato, ancora, la nuova data dell’evento, obbligato dalla situazione ben nota. Ancora un rinvio, dunque, confidando ancora una volta di crederci. Ci siamo persi l’appuntamento con Raffaello nel ’20 per i 500 anni dalla morte dell’artista e con Dante nel ’21, per i 700 anni dalla scomparsa del poeta. Nel ’22 ricorrono i 500 anni dalla nascita di Giovanni Nostradamus, fratello minore del più noto astrologo francese: potremmo forse, in una seduta spiritica, evocarlo e chiedergli in anticipo se in una sua centuria possiamo trovare questa volta speranza e conforto. A noi, secolari mortali, non resta che invocare tutto l’ottimismo di cui siamo capaci e darci appuntamento a febbraio ’22, in piacevole presenza.

Sergio Cappa

 

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