Microplastiche: un progetto di ricerca con focus sull'occhialeria

Ha preso il via con il kick off meeting tra i partner svoltosi a febbraio nella Sala Popoli d'Europa della sede dell'Unione Montana Cadore Longaronese Zoldo, a Longarone, l’iniziativa biennale di cui è capofila il Competence Hub di Certottica: incentrata sul tema del loro rilascio nell’ambiente, si focalizzerà sulla molatura delle lenti e dovrebbe chiudersi a marzo 2027

Ambiente, salute e sostenibilità, con al centro il tema delle microplastiche, le aree alpine e un focus particolare sull'occhialeria: è, in sintesi, il progetto “Micro-Alps. Riduzione delle microplastiche derivanti da attività industriali nei corpi idrici alpini”, co-finanziato dal Programma Interreg VI-A Italia Austria 2021-2027, che vede coinvolti il Competence Hub Certottica di Longarone come capofila, l'Università di Ca' Foscari di Venezia, l'Ökoinstitut di Bolzano e l'Università di Scienze applicate della Carinzia, con sede a Villach, in Austria.

«Con questa iniziativa andremo ad analizzare la dispersione delle microplastiche grazie al caso-studio della molatura delle lenti in occhialeria - afferma in una nota congiunta il group research & innovation manager di Certottica, Marco Calvi (nella foto) - Partendo da questo punto svilupperemo azioni di sensibilizzazione, da un lato verso le realtà industriali e dall'altro verso il mondo scolastico: parliamo infatti di un argomento che non tocca solo l'ambito alpino».

Verranno quindi messi “sotto la lente” i processi che portano alla creazione delle microplastiche, il rilascio di queste nell'ambiente e i problemi ecologici e di salute che possono insorgere a medio e lungo termine. In particolare, Certottica si concentrerà sulla molatura delle lenti, visto il suo ruolo di punto di riferimento per la filiera dell’eyewear e la sua posizione nel cuore del distretto bellunese dell'occhialeria. «Studieremo come recuperare il filtrato di tali lavorazioni con l'obiettivo di riciclarlo e riutilizzarlo come pellet o come filamento per le stampanti 3d», aggiunge nel comunicato Calvi.

In merito a come arrivare al riuso delle microplastiche in un’ottica di economia circolare entra in gioco l'Università di Ca' Foscari Venezia, con il Dipartimento di Scienze molecolari e nanosistemi. «Ci occuperemo della valutazione degli impatti e delle provenienze di questi materiali e della loro possibile rivalorizzazione - spiega nella nota Valentina Beghetto, coordinatrice del progetto per l'ateneo veneziano - Seguiremo quindi tutto il percorso, dalla raccolta al riutilizzo: parliamo di materiali di origine fossile che al momento, una volta separati, sono destinati alla termovalorizzazione. Quella che mettiamo in atto con Micro-Alps è quindi una iniziativa avveniristica: con tale percorso vogliamo puntare al reinserimento delle microplastiche nella filiera di circolarità».

Un ruolo centrale sarà ricoperto anche dall'Ökoinstitut di Bolzano, che da più di 35 anni si interessa di sostenibilità ambientale e di sensibilizzazione sul tema verso la popolazione e nelle scuole, cui spetterà principalmente la parte relativa alla formazione. «Credo manchi la consapevolezza di dove e come vengono prodotte le microplastiche: partiamo dal settore dell'ottica, ma è un tema che coinvolge molti altri comparti industriali e non solo», afferma nel comunicato la direttrice Sonja Abrate.

Di attività transfrontaliera si occuperà invece l'Università di Scienze Applicate della Carinzia, che si concentrerà sul problema delle microplastiche specialmente nell'area austriaca di confine con l'Italia.

A cura della redazione

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