Lombardia, gli ottici optometristi entrano nel Piano sanitario regionale

Alla fine di giugno sono stati discussi e approvati due ordini del giorno che danno la possibilità a questa figura professionale di contribuire alla riduzione delle liste d’attesa pubbliche: eventuali convenzioni o accreditamenti dovranno essere soggetti a sperimentazioni da costruire nel prossimo quadriennio

Ecco cosa recitano i due ordini del giorno, atti ufficiali che vanno a integrare il documento finale del Piano Socio Sanitario Lombardo, approvato il 25 giugno scorso. «Considerato che le farmacie e i negozi di ottica sono ben strutturati e diffusi capillarmente su tutto il nostro territorio e i cittadini possono agevolmente disporne; preso atto che promuovere un loro maggiore coinvolgimento consentirebbe di decongestionare i presidi ospedalieri e ridurre le liste d’attesa; invita la giunta regionale a coinvolgere le farmacie anche in ambito dermatologico e gli ottici optometristi presenti nei centri ottici in campo oculistico (per esempio per l’esame della vista o la prima visita oftalmica) per attività di screening oculistico nell’ambito delle malattie oculari e teleoptometry (Odg 642)». «Premesso che nella Sezione Terza-Interventi sanitari, al paragrafo 3.4-Cura, sub-paragrafo "Ridurre tempi e liste d’attesa”, vengono individuate azioni volte a perseguire l’obiettivo di ridurre tempi e liste di attesa nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni ai cittadini, con l’intento di garantire l’accesso ai servizi secondo le indicazioni nazionali e il rispetto dei LEA; evidenziato che per diverse tipologie di prestazioni è possibile incrementare la capacità di risposta avvalendosi di strutture capillari, come ad esempio le farmacie in relazione allo sviluppo delle “farmacie dei servizi” e di specialisti privati qualificati, come ad esempio gli ottici/optometristi, ecc, che potrebbero essere positivamente coinvolti nell’effettuazione di prestazioni utili a smaltire la domanda che per alcune prestazioni attualmente comporta tempi particolarmente lunghi e non coerenti con i bisogni di cura; considerato che l’aumento della capacità erogativa delle prestazioni rappresenta una necessità inderogabile soprattutto laddove i tempi di attesa costituiscono un elemento di rischio evolutivo della patologia per i cittadini, ovvero per coloro che, in presenza di patologie croniche, necessitano di prestazioni programmate con cadenza predefinita dal Piano Assistenziale Individualizzato; impegna la giunta regionale e l'assessore competente a valutare la possibilità di stipulare convenzioni, anche a carattere sperimentale, con operatori qualificati, come, a titolo di esempio, ottici/optometristi (prima visita oculistica) e farmacie dei servizi (in particolare per attività inerenti la presa in carico dei pazienti cronici), per aumentare la capacità di erogazione delle prestazioni, in presenza di tempi di attesa particolarmente critici e impattanti sulle condizioni di salute dei cittadini (Odg 555)».

«Si tratta sicuramente di un altro passo molto importante per la nostra categoria, giunto dopo oltre dieci anni di grande lavoro da parte di Renzo Zannardi, past president di Federottica Lombardia, che ho sempre affiancato in questi anni - commenta in una nota Gabriella Pagani (nella foto), presidente della territoriale lombarda - Insieme oggi raccogliamo i frutti di decine di incontri in Regione, continue relazioni con tutte le parti politiche per ottenere un’approvazione la più larga possibile, incontri pubblici pre-elettorali e convegni sempre in Regione Lombardia».

Pagani ricorda, inoltre, che il report del Crems già nel 2014 individuava la possibilità, tramite l’utilizzo delle prestazioni dell’ottico e optometrista, di una riduzione delle liste d’attesa in campo oftalmologico e anche di un guadagno in termini economici nella gestione delle cronicità. «Dopo i due anni di pandemia, i bisogni visivi dei cittadini sono aumentati, perché le persone da un lato sono state costrette dall’emergenza sanitaria a rimandare a tempi migliori le visite oftalmiche e spesso anche le cure, dall’altro hanno vissuto situazioni di maggiore stress per i propri occhi, trascorrendo molto più tempo davanti a pc e dispositivi elettronici - aggiunge la presidente di Federottica Lombardia - Nel 2021 siamo riusciti a far inserire la figura dell’ottico nella riforma sanitaria lombarda, tassello decisivo per poter essere operativi: oggi, con l’Odg 642 i centri ottici sono considerati al pari delle farmacie di servizio, essendo ugualmente diffusi sul territorio, e vengono coinvolti con le proprie prestazioni tecniche a favore di una decongestione dei presidi ospedalieri in merito a esame della vista, attività di prevenzione oftalmica e teleoptometry. Nell’Odg 555, inoltre, si auspica la possibilità di convenzioni, anche sperimentali, con gli ottici e optometristi, in presenza di tempi di attesa particolarmente critici e impattanti sulle condizioni di salute dei cittadini, per aumentare la capacità di erogazione delle prestazioni tecniche oftalmiche. Riteniamo che questi recenti risultati siano semplicemente delle griglie di partenza di un nuovo percorso: la nostra speranza, come indicato dal report del Crems, è poter essere maggiormente utili al Servizio Sanitario Regionale come lo siamo ogni giorno nei nostri centri ottici al servizio dei cittadini».

Interpellata da b2eyes TODAY, Pagani precisa che, anche alla luce di questi due ordini del giorno, le competenze degli ottici optometristi lombardi rimarranno esclusivamente nell’ambito tecnico e che gli obiettivi andranno valutati nell’arco temporale previsto dal Piano Socio Sanitario Regionale, quindi entro il 2028. «Le liste d’attesa in ambito oculistico oggi sono alimentate dal fatto che esiste un codice unico per la visita oculistica: con il primo dei due Odg l’auspicio è ripartire i codici in base alle specifiche esigenze del paziente, con la possibilità di coinvolgere i centri ottici per quanto riguarda la misurazione della vista ed eventuali test di prevenzione visiva con invio della documentazione, senza diagnosi alcuna, all’oculista, anche attraverso la telerefertazione - dice Pagani al nostro quotidiano - Per quanto riguarda invece il secondo Odg, cioè la possibilità di attivare progetti sperimentali finalizzati all’accreditamento o a convenzioni, è fondamentale il coinvolgimento della classe medica: tramite la stessa Regione Lombardia abbiamo già avuto contatti con alcuni primari ospedalieri in campo oftalmologico sul territorio. Nei prossimi mesi lavoreremo quindi con loro e con la politica per avviare alcune iniziative in tale ambito».

Nel frattempo, il 16 luglio l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, ha approvato il piano operativo per il contenimento dei tempi di attesa relativamente alle prestazioni da erogarsi entro il 31 dicembre 2024: degli oltre 60 milioni di euro disponibili, 20 sono stati destinati alle strutture private già accreditate.

A.M.

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