Gli occhiali più belli del mondo

Questo geniale pay-off fu coniato da Gianpaolo Avanzi, scomparso nei giorni scorsi, per ricordarci che viviamo in un contesto splendido: il nostro

Probabilmente il messaggio di allora di Avanzi era figlio di anni in cui si correva tanto e si sperava il doppio. La tecnologia non aveva ancora preso il posto dell’intuito, della passione, che generavano comunque profitto. Anche Gianpaolo apparteneva a un’epoca in cui le lenti a contatto erano disponibili solo gaspermeabili, di portatori che facevano centinaia di chilometri per trovarne uno bravo, di ottico. Lui ci aveva messo il cuore persino lì, nel suo primo piccolo negozio di quartiere.

Oggi non è più di moda la parola contattologo, perché in fondo devono esserlo tutti, gli ottici. Tutti in grado di applicare: lo esige il mercato, la lente in scatola. Eppure, credo che l’approccio professionale che Avanzi mise anche nei suoi punti vendita dei centri commerciali sia frutto di questa esperienza da ottico, contattologo, optometrista. Ora la scala la si scende spesso dall’alto: i giovani prima si laureano, dopo diventano ottici. La loro preparazione è senza dubbio elevatissima, ma si perdono la gavetta che nel nostro settore conta ancora tantissimo. Gianpaolo fece così. Partì dal basso, con competenze professionali qualificate e il forte desiderio di cambiare a modo suo il retail. Fu tra i primi a comprendere il valore moltiplicatore dei centri commerciali, costruendo in appena un decennio una catena familiare che ha fatto epoca nel nord Italia. Oggi nei grandi shopping center ci sono solo nomi che poco hanno a che vedere con la famiglia: gli ottici ne sono quasi tutti usciti, volenti o nolenti, appena si sono ridimensionati i numeri d’ingresso e moltiplicati gli affitti. Le insegne dell’ottica lavorano sulla forza del gruppo, sulla replicabilità del format e della strategia di acquisto e vendita. Avanzi faceva di ogni suo centro ottico un negozio diverso dall’altro, tanto che invitava il cliente a visitarli tutti, premiandolo, come oggi fa una catena di hotel di charme presente tra mari, monti e città d’arte.

Quando alla fine del secolo scorso ha lasciato la sua creatura, ha lasciato anche l’ottica. Come fanno i capitani coraggiosi, quelli che non si pongono limiti, pur conoscendo i propri. Abbiamo perso probabilmente proprio uno dei nostri ultimi capitani coraggiosi, ma faremo fatica ad accorgercene: agli occhi di molti Avanzi era un personaggio divisivo e l’essersi allontanato dal settore non lo ha riappacificato con loro in questi vent’anni. Ogni personaggio che però imprime la propria traccia va celebrato per ciò che ha saputo cambiare nel nostro mondo.

La scomparsa di Gianpaolo Avanzi chiude idealmente un periodo. Dopo Alberto Isolani e Leonardo Del Vecchio, anche il capitano coraggioso bolognese ci insegna la morale di una favola per i nostri giovani: inventare e inventarsi.

Nicola Di Lernia

Professione