Covid e oculistica: 8 milioni di visite e 500 mila interventi in meno

Un servizio di Tg 3 Regione Lombardia, durante l’edizione delle 19.30 di venerdì scorso, ha illustrato un bilancio della situazione nell’oftalmologia italiana nel 2020: a causa dell’emergenza sanitaria molti hanno disdetto o rinviato gli appuntamenti, rischiando così di compromettere in molti casi la propria salute oculare

Con gli ospedali e i pronto soccorso in emergenza, torna il problema dei pazienti non Covid, spesso costretti a rinunciare alle cure con conseguenze molto pesanti: il servizio del TG 3 Regione ha fatto il punto della situazione sulle malattie degli occhi.

Sarebbero, infatti, otto milioni le visite e 500 mila gli interventi in meno soltanto nell’oculistica a livello nazionale, secondo un primo bilancio dell’emergenza Covid sulla salute in Italia nel 2020. «Il numero dei pazienti è crollato, c’è stata una riduzione sostanziale: solo il 30% di alcune procedure è stato eseguito nel periodo di crisi maggiore», ha detto ai microfoni di TG 3 Regione Francesco Bandello (nella foto, tratta da rai.it), primario dell’Unità Oculistica dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che ha illustrato i dati in occasione dell’ultima tappa del tour virtuale dedicato alla prevenzione della vista Incontriamo l’Oculista, ciclo di cinque incontri online da diverse città italiane organizzato da Fondazione Salmoiraghi e Viganò con il patrocinio della Soi, conclusosi appunto il 30 ottobre nel capoluogo lombardo con un confronto sulle patologie retiniche.
«Ci sono delle prestazioni che possono essere rimandate, come ad esempio la cataratta - ha precisato ancora Bandello - Esistono però altre malattie che devono essere trattate con una certa tempistica». Diverse le situazioni irrimediabilmente compromesse se scoperte dopo il lockdown, specialmente per gli anziani con maculopatia senile. «L’incidenza è altissima, si arriva sino a valori del 50% circa, quando si considerano persone che abbiano superato gli 80 anni, per esempio. Quindi si tratta di una malattia sociale con tutte le ricadute che comporta dal punto di vista del disagio nelle relazioni derivante da questo handicap visivo». La raccomandazione è quindi di non rimandare le cure salvavista: a fugare i timori di contagio, assicurano gli specialisti, le rigorose misure di sicurezza anti Covid adottate dalle strutture sanitarie.
(red.)

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