Coronavirus, la cornea resiste all’infezione?

Un team della Washington University di St.Louis avrebbe scoperto, secondo una ricerca pubblicata su Cell Reports, che nei tessuti di questa struttura dell’occhio non c’è replicazione virale: un’ipotesi da approfondire con ulteriori studi, che non deve indurre ad abbandonare l’uso di dispositivi di protezione quali occhiali e visiere

I ricercatori, secondo quanto riportato da alcuni siti di informazione scientifica, hanno testato in laboratorio le cornee provenienti da venticinque donatori deceduti di età comprese tra i 20 e i 74 anni di entrambi i sessi, non utilizzabili per i trapianti, e quelle dei topi, esponendole all’attacco dei virus Zika, Herpes simplex 1 e Sars-Cov-2. Mentre i primi due sono riusciti a replicarsi all’interno delle cellule delle cornee infettandole, questo non è accaduto per il coronavirus. Dal momento che nella cornea sono presenti i recettori che fungono da porta d’ingresso per il Sars-Cov-2, non sarebbe chiaro perché il tessuto resista all’infezione, che invece può coinvolgere ad esempio la congiuntiva, seppure non sia ancora stabilito se in conseguenza di un processo infiammatorio generalizzato.

Un’ipotesi avanzata dai ricercatori coinvolge l’intervento di una molecola chiamata interferone lambda: mentre il virus Zika e l’herpes simplex si replicavano, benché contrastati da tale molecola, il Sars-CoV-2 non prendeva piede, ma anche quando gli scienziati hanno provato a inibirla il risultato non è cambiato. A detta degli stessi autori dello studio sarebbe dunque necessario ampliare il campione d’indagine e, una volta verificata la reale resistenza della cornea all’infezione, analizzare altri possibili percorsi antivirali. L’indicazione rimane pertanto di proseguire con l’utilizzo di occhiali protettivi o visiere per gli operatori sanitari.
(red.)

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