Consumi: -8% a ottobre, tengono quelli per la cura della persona

Secondo l’Indicatore di Confcommercio, che mette in luce le dinamiche di breve periodo del Pil, della spesa reale delle famiglie italiane e dei prezzi, dopo la forte ripresa del terzo trimestre, che si era peraltro chiuso con alcuni segnali di indebolimento, dal mese scorso la situazione congiunturale ha visto un rapido deterioramento per il riacutizzarsi della pandemia e l’avvio delle prime misure di contenimento

Nel confronto annuo ottobre ha visto amplificarsi il divario rispetto ai livelli registrati nello stesso mese del 2019: la variazione si attesta al -8,1% (-5,1% a settembre). Il rallentamento, seppure diffuso, ha interessato in misura più immediata e significativa la filiera del turismo, dei servizi per il tempo libero e i trasporti con riduzioni della domanda che si avvicinerebbero a quelle di marzo. L’indicatore dei consumi evidenzia una sostanziale stabilità della domanda per i beni (+0,2%) e un calo del 27,7% per i servizi. In particolare fattori di criticità continuano a interessare la domanda di quei beni come l’abbigliamento e le calzature che, seppure in modo indiretto, risentono delle minori occasioni di socialità, registrando lo scorso mese una contrazione dei consumi dell’1,7%. La categoria beni e servizi per la cura della persona è, invece, passata dal -0,7% di settembre al -0,3% di ottobre.

Sempre secondo l’Indicatore Consumi di Confcommercio, il deterioramento del contesto economico, associato all’acuirsi del clima d’incertezza, ha determinato un rapido peggioramento del nostro Pil. Per il mese di novembre si stima una riduzione del 7,7% su ottobre e del 12,1% nel confronto annuo. Le dinamiche registrate negli ultimi due mesi, a meno di un eccezionale, ma improbabile, recupero a dicembre, portano a stimare preliminarmente una decrescita congiunturale del Pil nel quarto trimestre superiore al 4%. Queste valutazioni non comporterebbero modifiche nella dinamica complessiva del Pil per il 2020 (tra il -9% e il -9,5%), grazie a un terzo trimestre decisamente più favorevole rispetto alle stime, ma implicherebbero un’entrata peggiore nel 2021, facendo svanire le più ottimistiche previsioni di rimbalzo statistico per l’anno prossimo.

(red.)

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